Una storia che ci è stata raccontata direttamente dal diretto interessato: SENZA PAROLE!
Non è passato nemmeno un giorno dall’inaugurazione della mobilità alternativa della Posterna che ci è arrivata questa incredibile testimonianza da parte di un bambino spoletino che sui tapis roulant della Posterna ha vissuto un’esperienza davvero incredibile, da far invidia alla migliore Federica Sciarelli:
Caro Spoleto7Giorni.it,
nonostante tu sia un blog clandestino e a tratti criminali, è te che scelgo per testimoniare questa incredibile avventura che mi è accaduta.
Mi chiamo Beniamino Buttoni, sono di Spoleto (anche se mio padre è originario di Camporoppolo) e ho, o meglio, avevo dieci anni. Fino a ieri. Ieri infatti, come tutti sanno, c’era l’inaugurazione del nuovo parcheggio della Posterna e della relativa mobilità alternativa.
Mio padre mi ci ha portato perché qualcuno gli aveva detto che ci sarebbe stata la porchetta, e anche il vino.
Quando siamo arrivati c’era un po’ di gente davanti a delle scale mobili, poi però tutti si sono spostati da lì e sono andati verso una specie di galleria. Mio padre, vedendo quel movimento di gente, e temendo che la porchetta finisse, è corso in avanti, verso la galleria, lasciandomi lì da solo. Io gli sono andato dietro per raggiungerlo, ma non l’ho trovato. Così sono salito sul primo dei tapis roulant che portano verso il centro storico della città.
Ho iniziato a salire, e passare da un tapis roulant all’altro con una velocità di corriera di – 1Km/h. Per quanto guardassi dappertutto però, nessuna traccia di papà.
Il mio viaggio su quei tappeti automatici è continuato e, mentre salivo, molto lentamente, ho iniziato ad avvertire strane sensazioni. Mi sono accorto, ad esempio, che la mia voce iniziava a cambiare, a diventare più profonda. Mi stavano inoltre crescendo dei peli in molte parti del corpo. E stavo diventando più alto.
Ad un certo punto, deve essere stato tra il quarantacinquesimo tappeto e il successivo, mi sono fermato a chiedere indicazioni a uno dei dipendenti di Umbria Mobilità, che per l’occasione fungevano da valletti per indicare dove portavano le varie uscite intermedie – perché non c’era scritto nulla di nulla.
Il tipo di UM mi ha detto che eravamo all’altezza dell’uscita di Piazza Pianciani. Io iniziavo ad avvertire un po’ fame, così ho chiesto se c’era qualcosa da mangiare e quello di UM, con un sorriso sarcastico, mi ha risposto che non c’era più niente da mangiare, che lì, “se so magnato tutto quello che se potevano magna’”.
Ho proseguito, nel frattempo mi è cresciuta la barba e non potendola tagliare ho preso sempre più le sembianze da hipster, pur non volendolo.
Continuando a salire, ho visto uno che mi sembrava Ronald Reagan, e invece era solo Cintioli.
Dopo il seicentoquarantaduesimo tappeto mi sono trovato di fronte all’ultimo ascensore. Ho chiesto ad un altro dipendente della ex Spoletina se sopra ci fosse un rinfresco con la porchetta, perché avevo sempre più fame, ma il tizio mi ha detto che non era previsto nessun rinfresco per la giornata. Ho pensato alla disperazione di mio padre quando ha saputo tutto ciò.
Sentivo nel frattempo un gran rumore, tipo strani squittii. Ho chiesto di cosa si trattasse, e il signore di Umbria Mobilità, indicando una porta chiusa, mi ha detto che là dentro c’erano contenuti sessantacinque milioni di criceti – che poi era la stessa cifra, ma in euro, che è servita per fare tutta l’opera – che facevano girare una ruota gigantesca che a sua volta alimentava i tapis roulant (questo per zittire tutti quei gufi che rompono le palle con la storia del “e ora come manteniamo tutto ciò?”). Dopodiché ho preso e sono salito sull’ascensore.
Mi sono ritrovato al giro della Rocca e, volgendo gli occhi alla città, ho visto una cosa agghiacciante: non c’era più la città che mi ricordavo, ma un sacco di grattacieli e al posto del Duomo un ippodromo con al centro un supermercato LIDL. Anche la Rocca era diversa, ora era un Casinò.
Mi sono specchiato sulle pareti metalliche dell’ascensore e non mi sono riconosciuto. Ero, come dire, cresciuto. Quasi invecchiato.
Mi sono fatto venire a prendere da un’ambulanza e fatto portare al pronto soccorso, a Foligno però, perché a Spoleto, mi hanno detto, l’ospedale non c’è più – al suo posto c’hanno fatto una scuola di sartoria per i vestiti d’epoca della Quintana.
All’ospedale mi hanno detto che ero ok, e dal controllo dei denti hanno stabilito che ho circa ventinove anni, diciannove in più di quando ho messo piede sul primo tapis roulant.
Prima di uscire ho chiesto a un infermiere che aveva un accento spoletino se mi poteva aggiornare un po’ sulla situazione attuale, visto che mi ero perso un po’ di cose.
Gli ho chiesto chi fosse il sindaco adesso, e mi ha risposto che c’è Brunini, che fa il sindaco e anche il gestore di una Pesca Sportiva a Poreta. Pare che infatti la Buca, alla fine, l’hanno riempita d’acqua e buttato dentro delle trote.
Mi ha detto che Cardarelli fa il vicesindaco, ma che non c’è quasi mai, infatti s’è unito all’armata Brancaleone e ora si sta allenando per la maratona di New York.
Poi ho chiesto notizie a livello nazionale. M’ha detto che Renzi ora è il presidente del Milan e che Papa Francesco è il leader della sinistra. Napolitano è stato ibernato ed è ancora presidente della Repubblica.
Mi ha detto infine che la situazione economica è molto migliore, infatti ora l’Italia è diventata meta prediletta per il turismo sessuale, tipo Cuba, o paesi dell’Est. Tutto si deve ai Jobs Act, pare infatti che le nostre prostitute li facciano alla grande questi Jobs Act e che ci vengono da tutto il mondo per godere di questa pratica sessuale.
Poi ho visto un signore molto anziano, che chiedeva a tutti un panino con la porchetta. L’ho riconosciuto quasi subito. Era mio papà. Così l’ho preso sottobraccio e portato a casa e, appena ho potuto, vi ho scritto.
PS: Sì, a Benjamin Button è successo il contrario. Ok.
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Simpaticissima.. Ahahahah
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