Spoleto, agli Incontri di Paolo Mieli il direttore della Normale di Pisa e il sismologo Alessandro Amato

Una “super università” che metta insieme le eccellenze in campo scientifico e umanistico per competere con i più grandi atenei del mondo.

È questo il progetto di cui ha parlato Vincenzo Barone, direttore della Scuola Normale di Pisa nella prima giornata del week end conclusivo degli Incontri di Paolo Mieli, il format di Hdrà che da quattro anni è parte integrante del Festival dei 2Mondi. Di fronte al celebre giornalista, Barone ha spiegato le ragioni del suo progetto: “Sta nascendo una federazione tra la Normale, la Scuola Sant’Anna di Pisa e lo Iuss di Pavia. Un progetto ambizioso, che io vedo anche come antidoto alla tendenza all’iperspecializzazione. Gli scienziati, infatti, tendono a spiegare tutto con un approccio scientifico, finendo inevitabilmente per perdersi qualcosa. D’altra parta gli umanisti hanno l’insano vezzo di voler scientificizzare le loro materie, e non è assolutamente necessario che lo facciano. Se le due comunità si interrogassero sul fatto che nessuno dei due approcci posso cavarsela da solo potrebbe nascere qualcosa di interessante, magari un nuovo rinascimento”.

Vincenzo Barone è un chimico di fama internazionale, nominato nel Comitato nazionale dei sette garanti per la ricerca. Una personalità anomala nel mondo accademico: “Studiare chimica alla Normale – ha spiegato a Mieli – può non essere diverso dal farlo in qualsiasi prestigiosa università del mondo. Se si fa storia dell’arte, invece, studiare storia dell’arte a Firenze non è la stessa cosa rispetto a Monaco o a Londra. Non riusciamo a puntare abbastanza sulle nostre unicità: il patrimonio artistico culturale italiano potrebbe trainare anche le facoltà scientifiche, a partire dalle tecniche della conservazione delle opere d’arte”.

La giornata ha visto anche il confronto tra Paolo Mieli e Alessandro Amato, sismologo e autore di un libro sulle fake news con cui spesso si ha a che fare in occasione dei terremoti, associati a volte a reazioni divine rispetto ai peccati dell’umanità, ritenuti da molti prevedibili, e da qualcuno addirittura causati da attività umane. “Solo questa terza asserzione è in parte vera – spiega Amato – La reiniezione dei fluidi nel sottosuolo, dove si lavora sui pozzi petroliferi, può toccare le faglie silenti. In Oklahoma i terremoti sono aumentati a dismisura a causa di questo. In Italia ci sono perforazioni in val d’Agri, in cui sono state registrate microscosse in seguito a interventi umani. Niente di preoccupante, per ora, ma il rischio di andare a stuzzicare le faglie c’è”.