Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Rifondazione comunista
Dopo qualche anno di colpevole silenzio il problema Italmatch torna d’attualità a causa della Delibera della Giunta Comunale che prevede l’approvazione di un ampliamento dell’Azienda (preceduta dalla approvazione di una donazione di un pick up da parte di Italmatch destinato alla Protezione civile).
Non vogliamo entrare nel merito della questione della donazione anche se rimaniamo quantomeno perplessi dal fatto che l’Ente che dovrebbe essere deputato al controllo e garante per la sicurezza dei cittadini accetti donazioni dal controllato; pensiamo infatti che di questi, come li definisce l’assessore Cappelletti, “atti di liberalità”, se ne dovrebbe occupare (se ce ne è motivo) la magistratura. Ci limitiamo solo a citare un noto politico (non appartenente certo alla nostra “parrocchia”) che diceva “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” .
Ma torniamo al problema vero e cioè al preoccupante cambio di rotta dell’Amministrazione Comunale che, con questa delibera, nell’abbandonare le strade che le Amministrazioni precedenti avevano intrapreso in ottemperanza alle direttive in tema di sicurezza, giustifica tale decisione in quanto “… l’impegno di un’Amministrazione deve essere anche quello di salvaguardare (…) le sue realtà produttive, sopratutto in un momento come questo”.
Ci troviamo pertanto, come in altre situazioni in Italia, di fronte alla ricattatoria contrapposizione tra ambiente e lavoro ed al rifiuto ad intraprendere l’unica via (invero non sempre agevole) che per noi, in casi come questo, può salvaguardare sia la sicurezza della popolazione che i livelli occupazionali, cioè quella della riconversione e/o delocalizzazione delle attività a rischio.
Fermo restando che gli ultimi che devono rischiare di subire conseguenze in tali situazioni (come al contrario spesso accade) sono i lavoratori e che il problema del lavoro è per un partito come il nostro sempre al primo posto, le soluzioni citate sono le uniche che gli Enti preposti devono perseguire tenacemente, con tutti i mezzi a disposizione, anche i più costosi in termini economici, perché le sole in grado di risolvere tali situazioni.
Vorremo ricordare a questa Amministrazione che la decisione, attraverso il PRG, di delocalizzare in altra area l’attività della dell’Italmatch è stata a suo tempo presa proprio per ragioni di sicurezza e salvaguardia della cittadinanza essendo tale azienda, pur classificata a “Rischio di incidente rilevante di soglia superiore” (livello più alto di rischio) ai sensi del D.Lgs. 105/2015 (Direttiva Seveso III) nonché “Industria Insalubre di prima classe” (la più alta) ai sensi del D.M. 5-11-94, situata all’interno della città in zona altamente popolata con scuole, edifici pubblici e stazione FFSS.
Per chi vuole approfondire e conoscere i rischi connessi consigliamo la lettura dei documenti sulla sicurezza dell’Italmatch pubblicati dal Comune di Spoleto nella sezione riservata alla Protezione Civile, documenti , quindi, non certamente di parte. Alla delocalizzazione erano favorevoli sia i precedenti sindaci (Benedetti intervista del 28-10-11; Brunini intervista del 9-3-2013) che l’ARPA “(…) l’opportunità, che lo stabilimento Italmatch inglobato all’interno di aree fortemente urbanizzate, sia delocalizzato in una area opportunamente definita” (parere Arpa per approv. PRG 2008) E’ peraltro vero che il PRG 2008 è bloccato a causa della vittoria per il ricorso al TAR dell’Italmatch, ma è anche vero che tale sentenza è stata impugnata davanti al Consiglio di Stato e quindi dovremmo attendere la sentenza definitiva prima di arrenderci.
Quello però che non si dice né negli articoli precedenti né nella risposta dell’assessore, è che fine farà, a causa del nuovo accordo proposto, l’appello sospeso presso il CdS. L’Amministrazione ha deciso di ritirare l’appello, rendere inoppugnabile l’accordo stesso e quindi accetta, sulla nostra pelle, che l’Italmatch rimanga definitivamente in centro città, con tutti i rischi relativi? Da una lettura approfondita dell’accordo sembrerebbe proprio di si.
Noi pensiamo che questo sia il vero punto focale di tutta la situazione: l’Amministrazione sta forse “svendendo” la nostrasicurezza? E se si, in cambio di cosa? Il problema che si pone non è quindi l’ampliamento o meno dell’Azienda quanto che la stessa sia autorizzata ufficialmente a rimanere lì e questo non può essere assolutamente messo sullo stesso piano della bilancia di una pur meritoria ricerca dell’Amministrazione di ridurre le aree produttive e residenziali, né di un risparmio economico per spese legali, né di evitare l’alea di un eventuale annullamento del PRG.
Quindi, alla luce di tutto ciò, l’esaustiva risposta di Cappelletti è pertanto, se pur rispondente al vero, comunque non accettabile, per la “pietra tombale” che mette sull’auspicata e motivata delocalizzazione dell’Italmatch, che proprio in questo periodo assume particolare rilevanza anche a causa dei recenti eventi sismici.
Queste sono le risposte che vogliamo avere dall’Amministrazione e le vorremmo avere prima che tale proposta diventi esecutiva ed inoppugnabile (e cioè prima della eventuale approvazione definitiva del Consiglio Comunale) per poter, come cittadini, esercitare il nostro diritto/dovere di controllo ed eventuale dissenso su atti che sembrano procedere in senso contrario alla via tracciata in materia di sicurezza del territorio da norme e direttive vigenti.