Rispedisce al mittente le critiche piovute dai banchi dell’opposizione sulle modifiche statutarie dell’Ase, l’assessore alle società partecipate Gianmarco Profili che con un lungo intervento ribatte alle accuse. Di seguito la sua replica
“Le critiche mosse dai consiglieri comunali d’opposizione sulle modifiche statutarie dell’A.Se. Spoleto Spa, dimostrano una cattiva conoscenza della normativa e dei tempi di attuazione”. Il giorno dopo l’approvazione in Consiglio comunale del nuovo statuto dell’azienda, torna ad affrontare la questione l’assessore Gianmarco Profili, anche in risposta al comunicato dei gruppi consiliari d’opposizione.
“La competenza del Consiglio comunale è di fissare le regole, ossia di definire con chiarezza i confini entro i quali l’azienda si può muovere. Chiedere di presentare un piano industriale prima delle modiche allo statuto, significa non conoscere assolutamente cosa prevede la norma e quale sia l’iter da seguire. Senza i cambiamenti definiti ieri, l’A.Se. avrebbe dovuto definire il nuovo piano industriale sulla base del vecchio statuto, senza quindi poter lavorare sulle possibilità previste dalle modifiche. Per correttezza di informazione va anche ricordato che il piano industriale, secondo le indicazioni della Corte dei Conti, deve accompagnare il documento relativo al Piano di razionalizzazione delle società partecipate, al fine di giustificare il mantenimento fondato sulla indispensabilità del possesso delle partecipazioni in società pubbliche; ciò dovrà avvenire entro il prossimo 23 marzo, salvo proroghe che il Governo centrale ha annunciato e ritirato più volte fino ad oggi. Inaccettabili – ha aggiunto l’assessore Profili – sono anche le considerazioni relative alla mancata partecipazione e le critiche rispetto allo squilibrio del personale tra amministrativi e operativi.
Rispetto al primo punto vale la pena ricordare ai consiglieri di opposizione che, già nel mese di ottobre, sono stati fatti incontri con i sindacati e le RSU dell’azienda, alla presenza anche dell’Amministratore Unico, per definire le possibile modifiche da apportare allo Statuto. Per quanto riguarda invece il personale giova ricordare che, in tutti questi anni, sono state le amministrazioni targate DS, Margherita e, poi, PD ad assumere personale senza concorso, creando la situazione che oggi criticano con tanta veemenza.
Detto questo è doveroso chiarire che le scelte fatte rispondono essenzialmente a tre criteri: innanzitutto la riduzione dei costi di gestione, ed è in quest’ottica che va letto il passaggio da Spa a Srl, elemento che, ad esempio, permetterà all’azienda di non affidarsi più ad una società di revisione, come è d’obbligo per le Spa dopo il decreto 175 e il cui costo non sarebbe sostenibile, ma di avere un revisore unico; possibilità di produrre servizi non solo strumentali all’ente pubblico socio, ma anche di interesse generale come, solo per fare alcuni esempi, la gestione dell’illuminazione votiva, le attività di supporto all’Ente, la gestione di aree di sosta a pagamento. Terzo la possibilità per l’azienda di avere una percentuale di fatturato, precisamente fino ad un massimo del 19%, derivante da attività non collegate obbligatoriamente ai compiti affidati dal soggetto pubblico socio.
Novità queste introdotte dal decreto 175 e previste nel nuovo statuto dell’A.Se. Si tratta di aspetti che, siamo convinti, permetteranno all’Amministratore Unico dell’azienda, a Statuto modificato, di fare una proposta di piano industriale che, nel rispetto dei dettami della nuova norma, consentiranno di ottimizzare le risorse, di migliorare l’efficienza della forza lavoro e di rafforzarne il ruolo e le prospettive di sviluppo. In ultimo mi trovo costretto a rispedire al mittente le critiche sulla mancanza di visione, perché non posso accettare che questo tipo di osservazioni vengano fatte da chi dimostra costantemente di non conoscere l’evoluzione del quadro normativo dentro cui devono muoversi le nostre società partecipate e non riesce, nemmeno durante una discussione in Consiglio comunale, a valutare correttamente le ricadute economiche che i cambiamenti discussi possono avere per l’azienda”.