Apprendiamo da Umbria24.it che, dopo quello di Icciano, vengono segnalati altri due pozzi con anomalie nella temperatura dell’acqua a San Giacomo e un’altra segnalazione di un caso analogo arriva da Foligno, nella frazione di San Giovanni Profiamma.
Tutti i pozzi sono sotto osservazione da parte dell’INGV che sta campionando l’acqua che verrà poi analizzata dai laboratori di geochimica della sede di Palermo sempre dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Secondo quanto dichiarato a Umbria24.it da Francesco Italiano dell’INGV questo fenomeno può rientrare nel quadro della crisi sismica, infatti, l’esperto ricorda che già nel 1997 in occasione del sisma di Colfiorito erano state riscontrate anomalie di questo tipo.
Intanto è tornata dalle nostra parti Fedora Quattrocchi, sempre dell’INGV, che si era occupata l’anno scorso dei pozzi di San Martino. Giovedì l’esperta ha campionato l’acqua dei pozzi di Icciano e di San Giovanni Profiamma e a breve verificherà anche le due segnalazioni di San Giacomo.
Per quanto riguarda i pozzi di San Martino, a distanza di un anno, l’ipotesi più accreditata dagli esperti è quella della “microfratturazione con fuoriuscita di metano che a contatto con l’acqua e l’atmosfera si è ossidata, scaldando l’acqua”. Ora vederemo se questi nuovi casi di pozzi caldi hanno una origine simile, nel frattempo ricordiamo la raccomandazione del Comune a segnalare eventuali anomalie naturali attraverso la compilazione del questionario La terra ti parla, impara ad ascoltarla così da permettere agli esperti di acquisire eventuali nuovi elementi, monitorando la zona.
[foto relativa ai pozzi di San Martino]