Il caso Banca Popolare di Spoleto sta appassionando le testate giornalistiche nazionali. Due giorni fa è stata la volta del Sindaco Benedetti a rilasciare un’intervista al Corriere della Sera, ora tocca ad Andrea Tattini, presidente dell’Ascom, a riempire le colonne dell’Avvenire. Tattini ha ribadito la necessità di salvaguardare la territorialità dell’istituto, semplicemente perchè una banca deve stare vicino alla sua gente . Sarebbe doloroso, dover salire scale di direzioni generali , lontane dalla nostra città. Una posizione estremamente condivisibile, sia per l’aspetto prettamente economico, quanti piccoli imprenditori spoletini hanno bisogno di un contatto diretto con chi può supportarli finanziariamente? Ma anche per le attività socioli ed artistiche. E qui direttamnete possiamo testimoniare anche noi di quante volte abbiamo proposto offerte sponsoristiche ad istituti con sportelli nella nostra città , che ci rimandavano alle sedi di Roma o Milano , il che equivale a dire : “va beh, grazie ci vediamo un’altra volta”. La speranza per Tattini è quella che lunedì tutti facciano un passo indietro, rientrando in posizioni che potrebbero calmare e ristabilire la situazione, anche perchè continua, le oservazioni di Bankitalia per le quali si chiede la testa di Antonini , sono più di forma che di sostanza. Chiunque volesse proseguire nel tentativo di scalata alla nostra banca, insiste Tattini su Avvenire , dovrà ricordarsi che il 51% del capitale è in mano dei diciannovemila soci della Cooperativa Credito e Servizi di Spoleto, come a dire : ” venderemo cara la pelle “. Il testo dell’intervista prosegue con l’analisi della situazione scatenante la vicenda , ovvero il tentativo di scalata, o come lo ha chiamato nell’intervista rilasciata a spoleto7giorni Antonini : ” l’assalto alla diligenza”, da parte di Coop Centro Italia e Monte dei Paschi. Un’intervista che ha riscosso il favore dei vertici della banca spoletina, ma anche le critiche di alcuni imprenditori locali, che avevano consigliato il presidente di Confcommercio di non schierarsi. Un plauso quindi da parte nostra al coraggio di Tattini, al di là della condivisione o meno delle sue posizioni, che così facendo spezza quella tradizione tutta spoletina di mettersi alla finestra e lasciare che qualcun’altro si esponga per noi. Questa passività o codardia, ha fatto in modo che questa città , viva questo eccezionale periodo di decadenza.