Terremoto, che cos’è la Vulnerabilità Sismica?

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Le continue scosse di questi giorni stanno mettendo a dura prova la popolazione, portano anche alla ribalta alcune terminologie che come un mantra vengono a volte ripetute non sempre nella maniera appropriata. Per fare un esempio: agibilità, rischio sismico, adeguamento sismico, tecniche antisismiche, non hanno lo stesso significato. In queste ultime ore, la più gettonata è la “Vulnerabilità sismica”. Per chiarirci tutti un pò le idee, ecco cosa abbiamo trovato in giro per il web

 

Vulnerabilità sismica – Concetti di base per non tecnici

La vulnerabilità sismica di un edificio consiste nella valutazione analitica della propensione a subire danni al verificarsi dell’evento sismico. 
Essa misura da una parte la perdita o la riduzione di efficienza, dall’altra la capacità residua a svolgere e assicurare le funzioni che normalmente esplica a regime. 
La vigente normativa impone tale verifica in alcuni casi specifici, oltre al’eventuale adeguamento sismico.
In particolare la legge prescrive che la verifica sia effettuata nei seguenti casi 
Art. 8.4.1 DM 14/1/2008
“È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario, all’ adeguamento della costruzione, a chiunque intenda:
a) sopraelevare la costruzione;
b) ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione;
c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di procedere alla verifica locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche se interessano porzioni limitate della costruzione;
d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente.
In ogni caso, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare le verifiche
dell’intera struttura post-intervento…”

La verifica si articola in tre fasi:
1. raccolta dati esistenti;;
2. elaborazione dei dati raccolti;
3. valutazioni di vulnerabilità a mezzo di studi analitici.

Nella Fase 1 si procederà a:
– raccogliere tutte le informazioni e documentazioni tecniche esistenti;
– esecuzione del rilievo geometrico e analisi storico-critica;
– realizzazione rilievi, saggi ed indagini sugli elementi e materiali costituenti le strutture;
– esecuzione delle indagini sul terreno di fondazione.

Nella Fase 2 i dati ottenuti dai sondaggi sono elaborati in modo statistico per ottenere le resistenze rappresentative della capacità portante delle strutture ed i relativi i fattori di confidenza.
Normalmente si produce un rapporto di elaborazione delle indagini propedeutico alla successiva fase 3 di calcolo in senso stretto. 

La Fase 3 è quella della vera e propria valutazione della vulnerabilità. 
Sulla scorta dei dati raccolti nel corso delle indagini ed in base alle indicazioni fornite dalle Norme e dalla bibliografia tecnica
saranno effettuate elaborazioni numeriche per valutare la vulnerabilità ed il livello di rischio sismico di
ciascun corpo di fabbrica o edificio isolato di cui l’’edificio, inteso nel suo insieme, 
si compone. 
I risultati analitici saranno sintetizzati in un Rapporto Finale che
costituirà una sorta di Carta di Identità rappresentativa della consistenza e dello stato di ciascun edificio analizzato oltre che la base fondamentale per successive indagini, valutazioni e per la progettazione degli eventuali interventi di consolidamento.

Deve essere chiaro che la procedura esposta non è facoltativa ma è imposta dalla legge . Omettere una delle fasi precedenti significa violare una legge dello Stato, quindi espone la committenza ed il tecnico alle sanzioni previste dall’ordinamento giuridico .

(Fonte studio Studio NMC.it DoMo Studio – Ingegneria & Architettura)