Come nei migliori gialli che si rispettino, ognuno ha la sua idea dell’assassino. Così al bar, come in piazza, come per strada, la gente si incontra e scambia idee sul fatto del giorno: quello che sembrava un impero inattaccabile , sta per vedere andare in esilio il suo imperatore. Ed allora giù congetture , compreso le anticipazioni su quello che Bankitalia dirà mercoledì prossimo. Quello che sembrerebbe aver indotto l’organismo nazionale a chiedere le dimissioni del Presidentissimo e del fido Vicario Bellingacci, sarebbero delle condotte eticamente discutibili. C’è chi giura che possano entrarci i fallimenti di due importanti imprese edili, ma c’è anche chi ritira fuori ruggini che sembravano passate, battaglie che sembravano vinte, avversari che sembravano “matati” definitivamente. Ed ecco spuntare ancora quell’avversario delle ultime imprese, quello che aveva ripiegato apparentemente in disfatta, ma che in realtà invece di una Watterloo senza appello, stava solo preparando la più gustosa e tremenda delle vendette. La vendetta che avrebbe armato il braccio dell’organismo nazionale di Draghi. L’abdicazione del Re sembra ormai inevitabile. Antonini al telefono sembra ormai piuttosto rassegnato, ci chiede di attendere per una comunicazione ufficiale, definisce la richiesta di Bankitalia non vincolante, ma sostanzialmente il tono non è dei migliori. Che succederà adesso? Protasi sembra in pole position per la successione, ma mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. In fondo per le dimissioni c’è sempre tempo ….no Berlusca? Forse non è detta l’ultima parola, forse la vendetta può attendere…o forse no.