“Invasione di cinghiali dell’Est Europa nei boschi umbri”

cinghiale“Invasione di cinghiali dell’Est Europa nei boschi umbri”

“Il Wwf, a fronte di tale di tale stato di cose, chiede le immediate dimissioni dell’assessore Fernanda Cecchini, per manifesta incapacità gestionale, rispetto al perdurante e riconosciuto “problema cinghiale” in Umbria”. Questa la richiesta del presidente dell’associazione ambientalista, Sauro Presenzini.

“Il cinghiale maremmano, quello autoctono (sus scofa) piccolo di taglia – spiega Presenzini – al massimo 60-80 kg faceva una sola cucciolata l’anno di 2-3 esemplari, questa specie è stato soppiantata da esemplari introdotti in maniera sconsiderata e abusiva, esclusivamente per motivi venatori, da cinghiali provenienti dall’Est Europeo, una specie invasiva ed aliena che è entrata in competizione delle stesse risorse alimentari e del territorio, facendo scomparire il nostro “piccolo maremmano”. Trattasi di un porcastro dalla doppia taglia, ed infatti arriva a pesare anche 150-200 kg e di norma sforna cucciolate grufolanti di 10-12 esemplari due volte l’anno, ma non è infrequente che durante stagioni favorevoli, la scrofa possa rimanere in cinta anche una terza volta. L’esplosione demografica è ora realtà, obbiettivo centrato quindi dal punto di vista del gioco/divertimento della caccia, con abbondanza di “bersagli mobili grufolanti”, ma allo stesso tempo in rotta di collisione frontale, dal punto di visto dell’imprenditore agricolo e tutela del suo reddito”.

Presenzini parla di “conflitto palese d’interessi tra chi ne vorrebbe preservare le quantità, ovvero i cacciatori per il loro ludico divertimento, chi invece vorrebbe eradicarli dal territorio eliminandoli completamente, ovvero gli agricoltori che lamentano danni milionari alle loro colture e il mondo scientifico abituato da sempre a ragionare in termini d’equilibri ecologici. La politica è nel mezzo, a tentare di trovare la quadra di una situazione francamente insostenibile”.

 Quanto alla Regione «denota – per il presidente Wwf – non solo inerzia gestionale, ma una conclamata incapacità di gestione del fenomeno» paventando ipotizzando nelle motivazioni quella di un «bieco tornaconto elettorale ed evidente volontà politica di non voler disturbare troppo». «La risposta – fa notare – è da ricercare nell’evidente fallimento degli abbattimenti selettivi» facendo scaturire «una melina inestricabile ed inaccettabile».