Spoleto, il dramma del lavoro dietro al suicidio dal Ponte delle Torri
Sono contorni drammatici quelli che stanno emergendo intorno al suicidio del 42enne che sabato mattina si è tolto la vita dal Ponte delle Torri.
Alcuni giornali, infatti, raccontano di una serie di difficoltà lavorative che negli ultimi tempi si erano abbattute sull’uomo, marito e padre di una bimba in tenera età.
Problemi che sono culminati nei giorni precedenti al tragico gesto con il licenziamento comunicato dall’azienda di supermercati per il quale il quarantaduenne lavorava da anni nella provincia di Rieti.
A raccontare il retroscena del dramma è una cliente della piccola catena di negozi su Facebook, attraverso un post rilanciato da tante persone e che vi riproponiamo di seguito senza aggiungere alcun commento che appare superfluo e inopportuno vista la tragicità dei fatti.
“Si può anche accettare di perdere il posto di lavoro ma non si può sopportare la disumanità: vado a fare un minimo di spesa ma noto qualcosa di strano, silenzio, sguardi bassi e tristi dietro i banconi, ma che succede? Come non sai niente? Siamo tutti licenziati, ci hanno chiesto le dimissioni in due o tre giorni, abbiamo rifiutato e ci hanno licenziato! Peggio è per chi non ha retto a tale decisione, magari più fragile, e si è tolto la vita gettandosi dal ponte di Spoleto! Ma la cosa più triste è aver chiesto una mezz’ora di raccoglimento per lui e ci è stata negata! Nemmeno un minuto”