Spoleto, 2 agenti della penitenziaria aggrediti da un detenuto
Roberto Filippi vicesegretario regionale del sindacato OSAPP denuncia una aggressione a due Agenti di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Spoleto il primo con prognosi di 7 giorni, il secondo con prognosi di 10 giorni trasportato all’ospedale di Foligno per accertamenti.
L’autore di tale aggressione è un detenuto italiano di 24 anni con seri problemi psichiatrici, lo stesso che qualche tempo fa aveva incendiato la cella creando problemi di ordine pubblico all’interno dell’Istituto, lo stesso che ha aggredito altri poliziotti. La stessa sorte è toccata anche a detenuti ristretti nella stessa sezione del soggetto di cui trattiamo.
“Le comunità esterne che dovrebbero gestire detenuti di questa tipologia, rispondono che è un soggetto troppo violento e non hanno nè personale nè una struttura adeguata per gestire un personaggio così aggressivo. Naturalmente l’unica alternativa rimasta è il carcere, e noi poliziotti penitenziari siamo costretti a operare con altissimi rischi. Malgrado la professionalità e l’attenzione posta nello spostamento del detenuto conoscendone già i precedenti, è impossibile prevedere una sua aggressione perchè non c’è una motivazione o un crescendo di emotività che lascia presagire una reazione violenta, ma dal parlare con un tono di voce pacato allo sferrare un pugno, dalla richiesta di aiuto all’aggressione, dalla visita medica effettuata con il massimo scrupolo e attenzione alla violenza fisica…è davvero imprevedibile il quando, il come, il perchè”
E’ un problema che coinvolge tutte le figure dal Direttore Dottor Sardella Luca al Comandante Commissario Piersigilli Marco, sempre presenti e pronti ad emanare tutte quelle disposizioni che sono nelle loro possibilità per proteggere il personale di Polizia e tutte le persone civili che a vario titolo accedono all’interno dell’Istituto di Pena e che entrano a contatto con soggetti violenti come il detenuto di cui stiamo trattando, ai poliziotti penitenziari che malgrado conoscono la violenza, supportata da un fisico possente del detenuto 24enne, sono costretti a subire l’aggressione per poter bloccare con la forza il soggetto.
La chiusura degli ospedali psichiatrici sotto il profilo umano è condivisibile, ma poi non si può scaricare il problema sulla polizia penitenziaria che senza formazione e strutture pone sacrificio, spirito d’iniziativa ed esperienza per sopperire alle carenze organizzative.