Scoperti e sanzionati gli autori: due dirigenti e il padre di un giocatore
Stava per finire in tranquillità la partita Cannara-Viole, ma un rigore fischiato al 93esimo a carico del “Viole” ha fatto degenerare la giornata.
A farne le spese è stato l’arbitro, un giovane spoletino che ha preso un’ombrellata in testa e calci e pugni, conditi con insulti e minacce, a fine partita. Per far sì che l’arbitro non avesse vie di fuga, il cancello è stato ostruito con sedie e tavole in modo che il giovane non potesse fuggire verso gli spogliatoi.
Gli agenti di polizia hanno acquisito il referto arbitrale di fine partita e convocato tutti i testimoni tra cui i componenti della terna arbitrale e l’addetto ai cancelli dello stadio per vederci chiaro e, sulla base delle testimonianze, i poliziotti hanno individuato e identificato distintamente gli autori delle aggressioni fisiche e verbali. Si tratta di un tifoso, padre di un giocatore, e due dirigenti della società calcistica delle Viole.
L’autore delle percosse è stato dunque denunciato per i reati in materia di sicurezza nelle manifestazioni sportive, mentre per il terzo dirigente delle Viole scatterà la denuncia per il reato di minaccia grave, cosa che, per ordinanza del giudice, lo inibisce dallo svolgere ogni attività fino al 15 ottobre prossimo.
Per tutti,poi, è scattata la sanzione del Daspo che inibirà ai responsabili delle aggressioni fisiche di partecipare a qualunque titolo a manifestazioni calcistiche legate alla Figc per i prossimi tre anni; per il dirigente del Viole che ha anche minacciato gravemente l’arbitro, gli anni saranno quattro.