Novità sulla candidatura di Spoleto a capitale italiana della cultura

Capitale Cultura 01Novità sulla candidatura di Spoleto a capitale italiana della cultura

“Spoleto porta delle culture, città modello di pace e civiltà”. Questo il tema scelto dal Comune di Spoleto per il dossier di Candidatura presentato al Ministero dei beni e delle attività culturali il 31 marzo scorso per il bando “Capitale Italiana della Cultura 2016-2017” e illustrato ieri sera nella Sala conferenze di Palazzo Mauri.

Come in occasione del primo incontro, sono stati tantissimi i cittadini che hanno preso parte all’appuntamento, manifestando un desiderio di partecipazione che, come spiegato dall’assessore Antonio Cappelletti, “rappresenta già di per sé un vero e proprio atto d’amore nei confronti della città”.

A presentare la filosofia del progetto, l’idea di una città porta delle culture (il dettaglio degli eventi sarà oggetto di un successivo incontro partecipativo che verrà organizzato presumibilmente dopo il 30 aprile, quando il MIBACT comunicherà le dieci città finaliste), insieme all’assessore Cappelletti, il consigliere comunale con delega allo sviluppo economico Zefferino Monini, la dirigente e coordinatrice del progetto Antonella Quondam Girolamo e il giornalista Andrea Tomasini (presenti anche il Sindaco Fabrizio Cardarelli e gli assessori Angelo Loretoni Gianmarco Profili).

Un incontro, durato circa due ore, nel corso del quale sono stati messi in fila i concetti chiave alla base del progetto: da quello di “porta”, quale luogo di transito e di scambio, passaggio spaziale ma anche temporale, a quello di “civiltà” (sinonimo di cortesia e buona educazione, di progresso, di ciò che è suscettibile di miglioramento), fino ad arrivare al concetto di pace (Spoleto è storicamente luogo della pace). Non solo. La proposta progettuale, è stato spiegato, si articola in 12 porte che sono 12 ripartizioni ideali di tematiche: la “Porta delle Generazioni”, che tiene insieme bambini, giovani, adulti e anziani; quella della “Trasformazione e dei Talenti” nella quale convergono la formazione, l’ospitalità, l’accoglienza, i saperi; la “Porta della Narrazione e dell’Azione”, con Spoleto città teatro, performativa, set cinematografico e quella della Giustizia” con la Casa di Reclusione e il Tribunale; la “Porta della Memoria”, con le Biblioteche, l’Archivio di Stato, il centro di documentazione Casa Menotti e la “Porta tra passato e presente” con la Basilica di San Salvatore e le diverse epoche che hanno caratterizzato la storia di Spoleto; la “Porta socchiusa” (Anfiteatro e Monastero della Stella) e la “Porta del Mito” (il Teodelapio di Alexander Calder e la Stazione); la “Porta del corpo e dell’anima” con il Ponte delle Torri, il Fortilizio dei Mulini, Monteluco e gli Eremi e quella del Passato, per i suoi musei, i palazzi e le ville, fino ad arrivare alla “Porta del Contemporaneo”, legata all’oggi, alla mobilità alternativa, la rete, il web e alla “Porta della Progettazione” con l’architettura, l’urbanistica, il Piano Regolatore Generale, il design.

Un progetto quindi che si pone l’obiettivo di portare Spoleto ad essere Capitale Italiana della Cultura ma che, allo stesso tempo, getta le basi per una modalità di progettazione partecipata e condivisa, realizzata con il sostegno e il contributo di tanti soggetti diversi che, ed è stato anche questo uno degli elementi di maggiore interesse spiegati durante l’incontro, resterà comunque quale patrimonio collettivo della città. Entro il 30 aprile una giuria selezionerà un massimo di 10 progetti finalisti, che verranno chiamati a presentare un secondo, dettagliato e approfondito dossier di candidatura entro il 30 giugno. Tra questi la giuria proporrà al Ministro dei beni e delle attività culturali due città Capitali italiane della cultura rispettivamente per il 2016 e il 2017, che godranno ciascuna di un finanziamento fino a un milione di euro per la realizzazione delle attività.