Andrea Bartocci: “Per le Regionali il Pd di Spoleto sta sbagliando ancora”
di Andrea Bartocci, ex segretario del Pd di Spoleto
Le prossime elezioni regionali ripropongono con forza la questione della rappresentanza di Spoleto nelle istituzioni dell’Umbria. Non è una questione nuova, si presenta però in un contesto cittadino degradato e di grande sofferenza sociale ed economica. Più che mai, quindi, dobbiamo agire affinché la nostra Città sia protagonista nei processi decisionali, che non sia più “terra di conquista” per chiunque e che abbia una voce in Regione.
Infatti, scomparse di fatto le province e con i comuni alle prese con un drammatico taglio dei bilanci, la Regione sarà sempre più strategica nell’attribuzione delle risorse, in primis comunitarie. La Regione sarà l’Istituzione dove si decideranno le grandi partite che segneranno lo sviluppo oppure il declino dei territori: quelle dello sviluppo economico, delle infrastrutture, delle reti di comunicazione, dell’ambiente, della sanità e dei servizi alla persona, della lotta alle povertà ed alla sofferenza sociale. Soffriamo di un processo di impoverimento industriale lungo decenni al quale non si è sostituita la sempre invocata e mai concretizzata vocazione turistico-culturale.
È indispensabile agire affinché aziende valide ottengano commesse perse per ritardi burocratici o procedurali. È altrettanto indispensabile inserire una volta per tutte la città nel circuito turistico regionale. Sappiamo inoltre quanto il ritardo infrastrutturale pesi negativamente sia nei flussi turistici che in quelli dei beni e dei lavoratori. Le cosiddette “frecce” sono competenza di Trenitalia, ma i treni locali rientrano nei contratti di servizio regionali. Dobbiamo tutelare i pendolari che vanno o vengono per ragioni di studio e lavoro con collegamenti su ferrovia frequenti, puntuali e confortevoli. Si giunga al completamento del raddoppio ferroviario e si decida finalmente se costruire la Tre Valli (non nel 2024) o riqualificare la Flaminia nel tratto Spoleto-Terni. Una questione enorme tocca direttamente Spoleto ed è la chiusura del ciclo dei rifiuti. Riteniamo innanzitutto che vada portato a compimento il progetto di estensione della raccolta porta a porta, ma a valle di tutto va affrontato il problema discarica. Non esistono soluzioni magiche, ma esiste il problema di una porzione di territorio che per 25 anni ha “sofferto” ed è stato di fatto sottratto alla comunità.
Questa sofferenza va risarcita ed il territorio restituito agli abitanti. Occorre costruire una rete di servizi che garantiscano le persone in tutte le fasi della loro vita, che presentano ciascuna problemi diversi, di salute, di istruzione, di lavoro e di inclusione sociale. La città storicamente ha sempre preferito dividersi, puntare sugli orticelli e garantire piccole rendite di posizione di questo o quel gruppo di sottogoverno, piuttosto che unire forze, energie, idee e proposte su di un progetto di difesa degli interessi di Spoleto. Non tutti, in verità, agiscono in questo modo.
Già un anno fa, in occasione della definizione delle candidature a sindaco, proposi di unire le forze migliori della città, in un coraggioso progetto di rilancio, fuori degli schemi tradizionali “centrodestra-centrosinistra”. Quella proposta fu lasciata cadere per miopia, della quale vediamo oggi gli effetti: la Città è sempre più fragile, l’Amministrazione incontra difficoltà nel governare i processi decisionali e l’opposizione è poco incisiva.
Ritengo che la proposta di un anno fa sia ancora attuale e necessaria. Credo che vada rilanciata in un’ottica complessiva, che veda da un lato l’identificazione di una candidatura “della città” alle elezioni regionali e dell’altro la ridefinizione degli assetti politici locali. Il tempo delle decisioni è arrivato, non si può né rimandare né correre il rischio di perdere una occasione irripetibile.