Gli anziani dell’Umbria si sono ritrovati a Spoleto per discutere di…

invecchiamento atticoGli anziani dell’Umbria si sono ritrovati a Spoleto per discutere di…

In data 25 gennaio, nel corso di un incontro organizzato dall’Ancescao coordinamento comprensoriale di Spoleto è stata svolta una interessante conferenza dal titolo “Invecchiare attivamente ed in sicurezza” a cui era presente un nutrito gruppo di responsabili e soci dei centri sociali di S. Carlo di Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Montefalco, Scheggino.

Ha partecipato il sindaco Fabrizio Cardarelli, relatore la dottoressa Anna Rita Bucchi del dipartimento di Prevenzione Asl,  che da anni lavora nel campo della promozione della salute.

Nel 2012 l’OMS dichiarava l’anno dell’”invecchiamento attivo”, identificandone i pilastri nella Salute, Sicurezza e Partecipazione con lo slogan “La buona salute aggiunge vita agli anni”. Di fronte all’aumento delle patologie cronico-degenerative legate all’invecchiamento, un invecchiamento attivo aiuta a mantenere salute e creatività durante il corso della vita e specialmente nelle età più avanzate.

Tra i determinanti di salute modificabili rientrano i fattori di rischio sedentarietà, eccesso di peso, fumo ed alcol che fanno parte degli “stili di vita”, fattori determinanti della salute che possono essere modificati intervenendo adeguatamente sulle conoscenze, sull’abilità e sul comportamento delle persone (in Italia si stima che il 60% della mortalità per queste patologie sarebbe evitabile riducendo la concentrazione dei fattori di rischio individuali).

In una analisi costi-benefici gli interventi per un cambiamento degli stili di vita sono quelli che hanno una maggiore efficacia (43% della riduzione della mortalità) con costo più basso (1,5% della spesa sanitaria). Le scelte di uno stile di vita adatto per un “Invecchiamento Attivo” dovrebbero cominciare presto nella vita ed includere: partecipare alla vita della famiglia e della comunità, nutrirsi con una dieta sana e bilanciata, mantenere un esercizio fisico adeguato, evitare il fumo di sigarette, evitare un consumo dannoso di alcool.

Altri aspetti importanti su cui porre attenzione particolare sono la prevenzione delle cadute, la depressione e l’isolamento. Nel caso della popolazione anziana umbra (indagine PASSI d’Argento 2009 – con età superiore a 64 anni) gli indicatori per l’azione sono chiari: il 91% non mangia frutta e verdura 5 volte al giorno, il 65% non si protegge dal caldo e dalle ondate di calore, il 59% ha un eccesso ponderale, il 41% degli intervistati non svolge attività fisica, il 33% non fa la vaccinazione anti-influenzale, il 30% ha paura di cadere ed ancora il 13% è fumatore.

Nell’ambito della sicurezza dell’anziano durante l’incontro sono stati proiettarti e discussi alcuni filmati sulla prevenzione delle più comuni truffe agli anziani, spot di sensibilizzazione recentemente prodotti dalla Polizia di Stato con la collaborazione di Lino Banfi anche detto “Nonno Libero” (truffa del bancomat non funzionante, dell’amico del figlio che richiede la riscossione di un debito, della richiesta di ricontrollo di soldi appena riscossi allo sportello di banca o posta).

In ambiente protetto, tanti anziani hanno potuto seguire il realizzarsi del tentativo di truffa ed hanno appreso come difendersi in queste situazioni; per alcuni di essi tuttavia è stata l’occasione di ripercorrere esperienze di truffa purtroppo già personalmente sperimentate anche nel territorio di Spoleto. L’acquisizione di una maggiore consapevolezza e la certezza di avere nelle forze dell’ordine un importante punto di sostegno, ed il consiglio di effettuare operazioni a rischio in compagnia di familiari o amici può sicuramente migliorare la sicurezza ed il benessere degli anziani.

Nella conferenza è stato evidenziato come i centri sociali per anziani siano una importante realtà in l’Umbria per combattere l’isolamento degli anziani che uno dei miti importanti da sfatare è che gli anziani non possono fornire un contributo alla società: in realtà gli anziani forniscono innumerevoli contributi alle loro famiglie, alla società e all’economia, ma l’importante contributo portato dai cittadini più anziani spesso non viene rilevato o è sottovalutato (lavoro nelle produzioni agricole, lavoro informale come nonni, nella cura dei pazienti cronici, nelle attività di volontariato).