Spoleto, confiscati terreni e fabbricati appartenuti alla mafia

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Accusati di mafia e produttori di olio. Avevano interessi e beni anche in Umbria i fratelli Diego e Ignazio Agrò, di 68 e 76 anni, grossi produttori di olio di Racalmuto, a cui la la Dia di Agrigento ha confiscato un patrimonio del valore di 54 milioni di euro.

Le confische seguono i sequestri risalenti al 2010. I provvedimenti, emessi dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento presieduta da Luisa Turco, su richiesta del procuratore aggiunto di Palermo, Bernardo Petralia, comprendono 58 immobili, tra fabbricati e terreni, nella provincia di Agrigento, a Giardini Naxos (Messina) e a Spoleto (Perugia); 12 imprese con sede ad Agrigento e provincia, a Fasano (Brindisi) e Petilia Policastro (Crotone), impegnate in diversi settori economici; 56 tra rapporti bancari e postali, e polizze assicurative.

In Spagna sono stati confiscati 6 fabbricati e 3 imprese di produzione e compravendita di olio. In particolare, a Spoleto si tratta di alcuni terreni e 2-3 fabbricati.

I fratelli Agrò erano stati arrestati nel luglio 2007 nell’ambito dell’operazione “Domino 2″ riguardante una serie di omicidi commessi all’inizio degli anni ’90 in provincia di Agrigento e scaturita dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, tra i quali l’ex capo di Cosa nostra agrigentina, Maurizio Di Gati. I due fratelli, condannati in primo grado all’ergastolo per concorso nell’omicidio del boss Salvatore Fragapane, furono poi assolti dalla Corte d’appello, dopo il rinvio della Cassazione.