Il quadro :Con il concerto diretto da Wayne Marshall, graziato in extremis dal tempo, è calato il sipario sulla migliore manifestazione almeno da una decina d’anni.
Per la prima volta i soliti mugugni e nostalgie dei bei tempi andati, hanno lasciato il posto allo stupore, prima ancora della felicità, di rivedere Spoleto il centro dell’arte, della cultura e della mondanità.
Personaggi leggendari come Tim Robbins, Gerad Depardieu, Isabelle Hupperte, star nostrane come Bennato e Barbareschi, o mondiali come il maestro Muti, hanno ripopolato le desolate serate in Piazza Duomo, tristemente abbandonata dalle ultime edizioni menottiane e dalle prime di Ferrara.
Si sono rivisti bei spettacoli, è tornata la mondanità, grazie sopratutto all’evento privato di Casa Fendi, ma sopratutto si sono rivisti i teatri pieni. A volte, come nel caso di Bob Wilson, forse richiamati dall’evento in se per se, in altri casi, dalla sapiente regolamentazione del prezzo dei biglietti. Fatto sta, che quasi alla fine di ogni spettacolo, si riversava nelle vie del centro una importante presenza di persone che non si vedeva da tanto tempo. Tutta gente che avrebbe poi consumato qualcosa, visto vetrine, riempito alberghi o semplicemente passeggiato per quelle stradine quasi sempre dimenticate durante l’anno.
Insomma quella famosa “aria di Festival” che ormai non solo avevamo dimenticato, ma che disperavamo di poter mai rivedere, è tornata.
Ferrara. Tutto oro quindi quello che luccica? In gran parte si, anche se alcuni appunti costruttivi ci sentiamo di farli. Un pò meno presenza diretta negli spettacoli da parte di Girogio e company sarebbe forse auspicabile.
Un pò più di discrezione potrebbe solo giovare alla direzione di una macchina che sembra, proprio grazie a Giorgio, si sia rimessa nei binari giusti.
Altro appunto, sempre costruttivo, è l’assenza di un cartellone musicale di spessore, che una volta era il piatto forte del programma. Al suo insediamento Giorgio disse di voler ridare importanza al teatro che era stato un pò messo da parte, ora sembra che il conto non torni al rovescio. Non inganni il concerto di Riccardo Muti, che se pur inserito in cartellone, era in realtà un evento strettamente su invito di casa Fendi.
I meriti però sono molti. Sette anni fa il Festival sembrava destinato ad una morte inesorabile, Ferrara ha saputo scongiurane la fine prima, costruendo una rinascita che oggi sembra davvero giunta a compimento e questo, non si può non riconoscerglielo.
Fendi. Carla Fendi sembra proprio aver preso in mano il lato glamour del Festival. Uno stuolo di persone tutte in maglietta nera con la doppia F sul petto gestiscono invitati di alto rango che si avvicendano agli spettacoli, per poi proseguire più tardi agli appuntamenti privati. Il concerto in onore di suo marito Candido Speroni, diretto dall’immenso Riccardo Muti, ha richiamato nel piccolo Teatro Caio Melisso ormai suo spazio esclusivo, una quantità tra politici, gente dello spettacolo, della cultura e della nobiltà, che ai tempi d’oro affollavano il Teatro Nuovo per l’apertura, richiamando centinaia di spoletini che, con curiosità, si appoggiavano dietro le transenne per guardarli .
Il suo amore per Spoleto sta conquistando tutti e l’assegnazione della Lex spoletina, è stato il segnale della riconoscenza di una città intera. Oltre a restaurare il Caio Melisso, sta riportando Spoleto al centro di quel mondo che ormai aveva dimenticato la città ducale.
Menotti: In mezzo a tante luci, fa un male constatare che una delle poche ombre riguardi proprio la memoria del fondatore del Festival. Il 7 luglio, giorno della sua nascita, gli è stato dedicato un concerto, seppur di buon livello, al Choistro di San Nicolò, di fronte ad una trentina di persone, nessuna autorità politica o religiosa con lo staff di Giorgio che ha lasciato il teatro all’aperto poco dopo l’inizio del concerto.
Niente a che vedere con quel bagno di folla a cui eravamo abituati con la torta in piazza e tutta la città a festeggiare. Probabilmente il peso dell’eredità menottiana è un nodo ancora da sciogliere per la gestione Ferrara, ma a nostro modestissimo avviso, il festeggiare degnamente la memoria di colui che ha reso tutto questo possibile, non farebbe che accrescere il prestigio e la riconoscenza che Spoleto già si sente di tributare all’autore ( Ferrara) di questo innegabile “Rinascimento”.
Conclusioni : Il bilancio di questa 57° edizione è quindi altamente positivo, e anche le osservazioni, le perplessità sollevate, danno l’idea che il paziente non solo è vivo, ma sta bene e può addirittura migliorare. Ci si consenta poi di non essere pienamente d’accordo con l’osservazione di Ferrara che ha dichiarato non riproponibile il modello Menotti. I tempi sono cambiati è vero, il mondo è veloce, saturo di tutto, ma è anche vero, e quest’anno se n’è avuta più volte la conferma, che quando ci sono proposte ben promosse e ben costruite, il successo e la risonanza possono tornare ad essere importanti.
La nostra analisi, fatta da chi per venti giorni è stato tra teatri, piazze e mostre, si conclude qui, con un voto positivo, che, non vuol essere, come nel nostro stile, supina difesa di un bene locale, ma conferma di un’eccellenza che dobbiamo e possiamo continuare a far crescere anche con il nostro aiuto.
Io e il mio amico Dario abbiamo dedicato il nostro concerto acustico del 12 luglio in Largo Ferrer proprio al Maestro Giancarlo Menotti. Siamo solo ragazzi con la voglia di creare nuove cose e di dire la nostra, anche se in situazioni marginali…quindi sentiamo lo spirito di Menotti molto vicino al nostro modo di pensare. Ringraziamo lui per aver fatto da apripista a molte generazioni di nuovi talenti nel mondo dello spettacolo e dell’Arte in genere. Ciao a tutti.
Io e il mio amico Dario abbiamo dedicato il nostro concerto acustico del 12 luglio in Largo Ferrer proprio al Maestro Giancarlo Menotti. Siamo solo ragazzi con la voglia di creare nuove cose e di dire la nostra, anche se in situazioni marginali…quindi sentiamo lo spirito di Menotti molto vicino al nostro modo di pensare. Ringraziamo lui per aver fatto da apripista a molte generazioni di nuovi talenti nel mondo dello spettacolo e dell’Arte in genere. Ciao a tutti.
Molto del merito lo dobbiamo alla serie televisiva andata in onda questo inverno ,vale a dire Don Matteo; è stata un ottima cartolina da visita.
Le immagini,gli sfondi,i panorami,hanno creato immagini davvero suggestive e questo per la città di Spoleto è stato un vero contributo per l’evento del festival dei due mondi .
Molto del merito lo dobbiamo alla serie televisiva andata in onda questo inverno ,vale a dire Don Matteo; è stata un ottima cartolina da visita.
Le immagini,gli sfondi,i panorami,hanno creato immagini davvero suggestive e questo per la città di Spoleto è stato un vero contributo per l’evento del festival dei due mondi .