Non hanno firmato l’accordo sindacale che gli ha proposto la proprietà del gruppo Casti, gli operai della ex Pozzi che da questa mattina hanno iniziato un lungo sciopero di sette giorni.
La proposta discussa in Confindustria mercoledì non è piaciuta ai lavoratori che avrebbero dovuto rinunciare a benefici fino ad oggi previsti sia per il turno di notte che per gli straordinari.
A scatenare la rabbia è stato anche il mancato trasferimento dei tfr degli operai nelle due newco che dovrebbero traghettare Ims e Isotta Fraschini verso nuovi investitori e la sospensione dei pagamenti degli stipendi di febbraio e marzo, arretrata c’è pure un terzo di tredicesima.
Queste mensilità sarebbe rimaste congelate nel concordato e i lavoratori avrebbero visto il primo stipendio, quello di aprile, a metà maggio. Una situazione inaccettabile per gli operai già da parecchio in difficoltà con affitti e mutui, bollette e assicurazioni.
Contro il palazzo di Confindustria e i vertici del gruppo Casti sono quindi volate uova e grida.
Ieri mattina durante l’assemblea i lavoratori hanno votato per lo sciopero e lo scrutinio ha decretato che fino a 4 aprile almeno in Ims le braccia resteranno incrociate.