Oltre 70 medici sono accorsi da ogni parte d’Italia per ascoltare la lezione di chirurgia robotica ed endoscopica tenuta da due dottori di primissimo piano dell’ospedale di Spoleto, Graziano Ceccarelli e Raffaele Colucci.
Il convegno verteva sulle modalità d’intervento di una gravissima patologia, quella del cancro al colon retto.
Ai due dottori del nostro ospedale state riconosciute grandissime abilità e professionalità nell’affrontare questi particolari interventi con tecniche mininvasive.
I risultati che oggi non solo a livello italiano, ma anche europeo, vengono riconosciuti alla equipe di Spoleto partono da molto lontano.
Praticamente dai primi anni ’90 con il lavoro del professor Luciano Casciola, andato in pensione lo scorso anno, che al San Matteo ha fatto maturare la specializzazione in chirurgia robotica.
Nel 2002 gli istituti di credito della città, Carispo e Bps, hanno sostenuto il percorso acquistando un robot ultratecnologico (all’epoca erano 3 in tutta Italia).
Oggi tutti riconoscono un ruolo esemplare all’attività congiunta dei nostri medici di Chirurgia ed Endoscopia che prosegue grazie agli allievi che a lungo hanno lavorato con il prof Casciola, tra cui spicca Graziano Ceccarelli.
Il professor Fulvio Calise, direttore della divisione di Chirurgia epatica e del Centro trapianti dell’ospedale Cardarelli di Napoli, sabato al convegno di Spoleto ha affermato: “Quella nata in questa piccola città è una storia tutta italianache oggi, grazie al coraggio del chirurgo pioniere Casciola e dei suoi allievi, rappresenta il faro dell’Umbria sull’Europa”.