Scuola di restauro e conservazione del libro di Spoleto: M5S presenta un'interrogazione parlamentare

restauro libroIl Movimento 5 Stelle, al fine di poter ridare vita ad una istituzione quale quella della “Scuola del restauro e della conservazione libraria” di Spoleto, considerata un’eccellenza, fonte di lustro non solo per Spoleto ma per la nazione intera e in grado di poter distribuire professionalità di alto livello in tutto il mondo, ha in fase di elaborazione finale al Senato una interrogazione parlamentare volta a tutelare la scuola di restauro del Libro di Spoleto.

La “Scuola di restauro e conservazione del libro” di Spoleto ha iniziato la sua attività nel 1992.
Grazie ad una convenzione tra Regione Umbria e ministero dei Beni culturali e ambientali fu costituita una Fondazione che gestiva le attività, con sede nella Rocca Albornoziana di Spoleto, attualmente servita anche da una mobilità alternativa tra le più importanti e imponenti della regione. Studiosi italiani e stranieri hanno insegnato e collaborato alle attività della Scuola che attivò, nel corso degli anni, rapporti tecnico-scientifici con istituzioni europee e extraeuropee di grande rilievo come la Library of Congress di Washington, la Biblioteca Nazionale di Parigi, la Bodleian Library di Oxford.
Dal 1992 al 2005, si sono tenuti a Spoleto dei Corsi Europei, di durata triennale che hanno permesso di formare circa 90 allievi, in una scuola unica nel panorama nazionale e conosciuta a livello mondiale come una vera e propria eccellenza.
Particolarità ed unicità contraddistinguono anche le attrezzature ed i tavoli di lavoro di cui sono composti i laboratori, frutto di maestrie tecniche di livello mondiale.

“Da tempo” dicono i 5 stelle, “non vengono più istituiti i corsi formativi in quanto, oltre al venire meno di parte delle risorse finanziare (vuoi per tagli del governo centrale, vuoi per l’uscita, dal progetto, della provincia di Terni, vuoi per la riduzione della partecipazione economica della regione Umbria che ha visto il contributo ridursi da 50.000 a 15.000 euro), con l’entrata in vigore di una recente normativa che prevede in cinque anni la formazione minima per il rilascio del relativo diploma di restauratore librario, è venuta meno anche e soprattutto la titolarità dei corsi triennali tenuti dalla scuola”.
“Quest’ultimo scoglio” continuano i pentastellati, “potrebbe essere superato se, i corsi della scuola del restauro dei beni librari di Spoleto, venissero associati ad una Università o all’ente centrale di Roma. Da quanto emerge da alcuni quotidiani online, sembrerebbe che la vicina università degli studi di Perugia abbia già espresso parere negativo (nemmeno a dirlo). Resterebbe in piedi la possibilità di collaborare con la sede romana, ipotesi questa che sembrerebbe supportata anche a livello ministeriale (MIBAC).

A detta dei 5stellini, l’obiettivo principale dell’interrogazione, che il senatore Stefano Lucidi, e i membri della commissione cultura del movimento stanno elaborando, è quello di capire quale funzione svolge attualmente la scuola e, soprattutto, far si che venga riconosciuta la qualifica di restauratore ai diplomati del corso, sulla base dell’art. 182 (Decreto Legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche) comma 1, lettera a), un riconoscimento ufficiale, dunque, per il Corso Europeo Triennale di Formazione specialistica per Conservatori-Restauratori di Beni Librari, attivo a Spoleto (PG) dal 1992 al 2005.
Questo, secondo il Movimento 5 Stelle, permetterebbe di parificare ad esempio i diplomati a Spoleto, alla stregua dei Corsi dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e dell’Opificio delle Pietre Dure.