L’associazione Casa Rossa di Aurelio Fabiani interviene sulla vicenda del mancato rinnovo delle Rsu della ex Pozzi. Un caso che avevamo già sollevato noi, ma che per il momento non si è ancora risolto.
Ecco la nota:
Quando anche ciò che resta della democrazia nei luoghi di lavoro viene sospeso, ci si domanda: perché ? a chi serve ? Di chi la colpa quindi? certamente dei sindacati Confederali o concertativi, come chi li ha visti alla prova li chiama, definizioni l’una e l’altra comunque inadeguate, la prima perché non contiene tutti i responsabili del disastro sindacale (andrebbe aggiunta l’UGL e i tanti sindaca tini gialli fioriti qua e là, e la seconda perché non concertano più, obbediscono e basta, e non solo perché i rapporti di forza col padrone si sono fatti più difficili, ma per il fatto evidente che alle difficoltà hanno risposto sposando le ragioni della proprietà.
Ora è evidente che una nuova RSU che nasca sulla scia degli avvenimenti che hanno riguardato la fabbrica di Santo Chiodo negli ultimi due anni, sarebbe come l’oste che viene a presentare il conto dopo una ricca abbuffata di coloro che si sono seduti ai tavoli dove si sono prese le decisioni che hanno riguardato l’IMS-IF. L’effetto ILVA, dove il sindacato di base (USB) ha superato il 20% di consensi alle elezioni RSU, scavalcando la stessa FIOM, è il fantasma che alligna nella mente di chi tiene chiusa la porta delle elezioni alla ex Pozzi.
Il padrone non sarà certo contento di avere una RSU con tanti arrabbiati dentro e i sindacati ufficiali vedrebbero materializzarsi quel fantasma che si è presentato già Taranto e che inevitabilmente tornerà a farsi vedere ogni qualvolta inettitudine e tradimento appariranno evidenti, non più nascosti nelle pratiche di corridoio che la crisi ormai lascia scoperte. In conclusione c’è da domandarsi (se pure in un mondo come quello di oggi, dove le politiche neoliberiste hanno cancellato diritti e posti di lavoro, consumato salari e vite umane) se è accettabile che il diritto dei lavoratori di eleggere la propria rappresentanza aziendale, che ancora c’è in parte, debba essere sequestrato dagli stessi sindacati ufficiali per il timore di dover rendere conto del loro agire.
Alziamo la nostra voce per restituire ai lavoratori ex Pozzi il diritto alla rappresentanza sindacale in fabbrica. Si smetta l’indifferenza che è complicità con chi ci sta togliendo il lavoro e non chi non ha fatto niente per difenderlo.