Un funzionario di banca ternano è accusato di truffa, appropriazione indebita e falsità di scrittura privata ai danni di una spoletina che gli avrebbe dato la sua carta di credito, chiedendone l’estinzione.
Il funzionario di banca, però, stando all’accusa, si sarebbe appropriato della carta spendendo un’ingente quantità di denaro. Per far ciò, l’uomo avrebbe apposto più volte la firma falsa della donna su diversi documenti inerenti al conto corrente al fine di prelevare denaro e facendo risultare come se fosse la donna l’artefice di quelle operazioni, la quale era invece all’oscuro di tutto.
Così, con il tempo, la donna si è accorta che non solo la carta non era estinta, ma che mancavano circa 7mila euro. La signora ha chiesto spiegazioni e i dubbi hanno cominciato a moltiplicarsi fino alla denuncia della donna nei confronti del funzionario bancario.
I fatti sono avvenuto nel 2006 e, nonostante il processo si sia bloccato per un periodo, il giudice Laudenzi ha archiviato la prescrizione facendo in modo tale da tornare in aula nel 2014.