La vertenza della ex-Pozzi è “uno dei temi di crisi industriale di maggiore rilievo della nostra regione”, così ha esordito l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi interrogato dal consigliere del Pd Luca Barberini.
“Da oltre un anno e mezzo – ha spiegato Riommi – la Regione sta seguendo questa partita. La criticità di queste due aziende non è rappresentata dalle difficoltà di mercato che ci sono nel loro settore (automotive, edilizia), ma la difficoltà vera è rappresentata dalla criticità in termini finanziari del gruppo Casti, che ha portato le due aziende in una condizione di improcedibilità finanziaria ordinaria, con rischi molto seri anche sulla possibilità di continuare a operare.
Sulla vicenda sono stati messi in atto moltissimi percorsi, anche di concerto con il ministero dello Sviluppo economico, purtroppo però la proprietà non ha mai dato disponibilità a percorsi di un certo tipo. Nei mesi scorsi sembrava essere maturata la possibilità di un subingresso in tutte e due le società di nuovi soci che progressivamente avrebbero acquisito il controllo (per Isotta manifestazioni d’interesse di un primario gruppo francese operante nel settore; per Ims manifestazione d’interesse formale di un gruppo rilevante di origine israeliana), ma i termini di questa vicenda non si stanno chiudendo.
E la cosa ci preoccupa perché seppure da parte del management ci vengono segnali di tranquillità, il Gruppo non si è reso disponibile a partecipare, domani, al tavolo di monitoraggio programmato al ministero dello Sviluppo economico, per capire lo stato dell’arte della vicenda. La Regione continuerà a lavorare, insieme al ministero ed ai Commissari, che da questo punto di vista stanno dando un contributo positivo, per arrivare il più rapidamente possibile alla buona conclusione della vicenda”.
stiamo andando a tentoni nel buio e nel silenzio più assoluto. a brevissimo sbatteremo forte contro l’inevitabile. non ci resta altro, ormai.
stiamo andando a tentoni nel buio e nel silenzio più assoluto. a brevissimo sbatteremo forte contro l’inevitabile. non ci resta altro, ormai.