Banca Popolare, ecco chi vuole metterci le mani

banda bassottiSono 13 gli investitori che hanno sottoscritto l’accordo di investimento per l’acquisto del controllo della Banca Popolare di Spoleto, in amministrazione straordinaria, attraverso il veicolo societario Clitumnus.

Peraltro ‘aperto ad altri investitori che siano graditi a quelli attuali’. L’accordo ‘ha come obiettivo di salvaguardare l’autonomia, il radicamento territoriale ed i livelli occupazionali della banca’. A guidare gli investitori la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

L’Ansa ha distribuito questo dispaccio che noi integriamo con alcuni nomi e cognomi eccellenti del panorama industriale umbro. A fare la parte del leone in questa cordata mettendo sul piatto quasi la metà dei 60 milioni raccimolati fin qui è il re del cemento eugubino Carlo Colaiacovo presente sia come Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ( 27, 5 milioni) sia conla Financo srl  (2.2 milioni), poi la presenza spoletina si limita ai fratelli Monini ( 1,5) e poi via via Foligno ( 1,2), Marsciano (1,1) per passare poi a Urbani di Scheggino ( 1,1) Spigadoro, Assisi,  il fotovoltaico Ecosuntek di Gauldo Tadino e così via , mentre Coop centro Italia con  11 milioni, Net Insurance, compagnia assicurativa controllata dalla famiglia Amato, disponibile a impegnarsi con 7.5 milioni di euro chiudono il cerchio .

La collaborazione è aperta ad altri imprenditori graditi e di buona disponibilità cercando di arrivare a 120 milioni.

L’offerta d’acquisto questa volta però non troverà dall’altra parte la corazzata Antonini, quella che fino all’ultimo ha sempre respinto gli assalti alla diligenza, come il presidente chiamava gli attacchi alla banca degli spoletini.

Vedremo a questo punto se le tesi  de Il Giornale che tanto hanno fatto discutere in questi giorni erano solo fantasie o c’era qualcosa di più, la manovra di scippare a Spoleto l’ultima boccata d’ossigeno all’economia locale potrebbe essere arrivata a buon punto.