GianMarco Chiocci, inviato del Gionale di Sallustri, arriva in città per condurre un’indagine sui fatti che hanno portato al commissariamento della Banca popolare e Fondazione Credito e Servizi e riportarla a pag 15 dell’edizione odierna.
Il Giornale in poche ore va completamente esaurito, tanto che siamo costretti a farci prestare una copia da chi l’ha già letto.
Che sia un articolo in controtendenza lo si capisce perchè certa stampa on line cittadina, abituata a rovistare un pò ovunque ci sia da sputtanare il patron Antonini, non ne parla. Come mai mi domando, si lasciano scappare una così ghiotta occasione? Poi leggo l’articolo ed è tutto chiaro.
L’articolo inizia cosi : Monte dei Paschi, Bankitalia e Coop Rosse: la guerra segreta per la scalata all’ambitissima Bps. Con questa premessa il giornalista ripercorre le note vicende che hanno portato ad una ispezione di Bankitalia nel 2010 che costrinse Antonini a lasciare la presidenza per essere poi eletto presidente di Credito e Servizi, fino a quella del 2012 che portò al definitivo commissariamento di Bps e Scs. Il giornalista si chiede, come mai tanto accanimento per un istituto che aveva molte voci in attivo, aveva assunto 500 perone e aperto oltre 110 sportelli andando in controtendenza con le sofferenze di altri istituti di credito invece inspiegabilmente non indagati?
Arriva la spiegazione. Bankitalia insieme a Mps e a Coop Centritalia sta preparando il terreno alla scalata della banca di Antonini, ma per farlo ha bisogno di due mosse strategiche: levarsi di torno Antonini, definito uomo troppo presente con il personale e la clientela e capace di coagulare intorno a se vaste aree di consenso e secondo far andare in sofferenza la Bps . A questo ci pensa Mps, che chiede di interrompere i patti parasociali e rientrare in possesso del capitale immesso nella Popolare di Spoleto per un valore nominale di circa 30 milioni . Mps scrive ad Antonini per comunicare la cessione di azioni per un valore di oltre 73 milioni di euro, un valore spropositato, perchè quando si tratterà di lanciare una offerta pubblica di acquisto il valore scenderà a 16 milioni.
il giornalista continua nel ripercorrere le tappe di un altro colpo di scena: l’entrata di una cordata di imprenditori umbri denominata Clitumnus che ufficializza una proposta di acquisto della Bps. A guidare la cordata c’è Francesco Carbonetti già uomo di Bankitalia noto per aver gestito il crac Federconsorzi, ma quello che più conta imparentato sembrerebbe con il procuratore capo di Spoleto Gianfrancvo Riggio, che manco a farlo apposta sta indagando su Bps e su Antonini in particolare. Vero? falso? fatto sta che dai documenti presentati alla Consob emerge che la Clitumnus registrerebbe la disponibilità di Mps a vendere quelle azioni non a 73 milioni ma a 16.
Insomma per Chiocci c’è più di un motivo per sospettare che tutta l’operazione partita dal 2010 doveva approdare alla scalata di Bps da parte di una cordata che avrebbe favorito la Coop e l’area di sinistra come riscontrato ad esempio nell’affare Mps. E’ stano, continua il gionalista, trovare tra le accuse mosse da bankitalia che la Bps aveva erogato troppo credito alle imprese e alle famiglie, un pò come rimproverare ad una Ferrari di Formula Uno di andare troppo forte.
La prima parte dell’indagine si ferma qui e domani, siamo sicuri, il Giornale farà il bis di vendite.
Noi non siamo banchieri, ne ci intendiamo di finanza e di tutti i risvolti che possono esserci dietro ad un fatto così eclatante come quello raccontato da Chocci. Però un pò siamo in mezzo alla comunicazione quel tanto da capire che dietro al silenzio di certe notizie ci può essere di più di una distrazione, come pure il divulgare certe cose, può non essere così casuale. Se avrete la pazienza di seguirci domani, oltre a raccontarvi la fine della ricostruzione de Il Giornale, vi daremo alcune considerazioni nostre, che speriamo aprano gli occhi a qualcuno a Spoleto abituato a credere e a leggere troppe volte che gli asini volano.