Non c’è pace tra gli ulivi, scriveva il leggendario Morichelli tra le righe dei quotidiani locali un bel pò di tempo fa .
La frase può essere quantomai calzante proprio riguardo al Piano Regolatore, messo in crisi tempo fa da alcuni privati che avevano evidenziato la mancanza di un piano antisismico al momento dell’approvazione.
Ora la palla è passata al Consiglio di Stato che dovrebbe pronunciarsi a fine aprile , ma nuovamente si abbatte sul tribolato piano regolatore l’accoglimento del TAR dell’Umbria del Ricorso della Italmatch Chemicals, l’Ex Saffa per intenderci.
Il piano regolatore, per la fabbrica chimica , prevedeva in pratica una delocalizzazione , non individuando la location alternativa e prevedeva per la macro area in cui insiste l’industria, di un parco attrezzato .
Il Comune , secondo il Tar, avrebbe erroneamente previsto una diversa destinazione rispetto a quella contenuta nel Prg strutturale, violando le prescrizioni in materia della Regione. Inoltre , non avendo interpellato l’Italmatch, il Comune non ha tenuto conto del disagio economico che l’azienda avrebbe dovuto affrontare con il cambio di ubicazione. ovvero chiudere una fabbrica per aprirla in altro luogo .
In risposta a questa decisione il Comune ha diramato la nota che di seguito riportiamo :
A proposito del ricorso presentato dalla Italmatch Chemicals contro la delocalizzazione dell’industria chimica, ricorso accolto dal Tribunale Amministrativo dell’Umbria, il Comune tiene a precisare che le scelta che ha indotto l’amministrazione ad individuare nel PRG l’area attualmente occupata dalla Italmatch come zona industriale da delocalizzare è stata fortemente motivata dalla necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini.
Nonostante tutte le misure e i controlli che vengono regolarmente effettuati e che garantiscono standard di sicurezza per la popolazione, quella che insiste in un’area fortemente abitata è un’azienda comunque considerata a rischio di incidente rilevante così da considerarne opportuna la delocalizzazione.
A seguito della sentenza del TAR il Comune sta studiando varie ipotesi per cercare di portare avanti questa soluzione, tra cui anche quella del ricorso al Consiglio di Stato.
Nell’ottica della delocalizzazione rimane altrettanto chiaro che da parte dell’Amministrazione c’è la massima disponibilità ad individuare un sito alternativo che sia al contempo idoneo ad accogliere un’azienda a rischio di incidente rilevante e a permettere all’industria di non intaccare o limitare la sua attività produttiva.