Il dissequestro della chiesa di San Giacomo è avvenuto eppure i disagi continuano e questa volta al centro dei nuovi problemi ci sono la Curia arcivescovile e la Cesa, la ditta edile di Città di Castello che prima del crollo era stata incaricata di eseguire i lavori di restauro.Peccato però che durante la conferenza stampa di qualche tempo fa, l’arcivescovo ha annunciato che i lavori sono stati assegnati ad un altro team facente capo all’ingegner Scatolini e che la Cesa è stata informata tramite lettera da parte del vicario generale della revoca dall’incarico per “gravi inadempienze”.
Ora, il team chiamato dalla Curia ha iniziato i lavori all’indomani del dissequestro ufficiale; d’altra parte però la Cesa, dopo aver appreso solo dalla stampa e dalla tv del dissequestro del luogo, si dice pronta a riprendere i lavori come da contratto, diffidando il personale non autorizzato ad entrare in chiesa e sottolineando al tempo stesso che gli attrezzi all’interno sono di loro proprietà e pertanto non utilizzabili da nessun altro.
Insomma, la diatriba sembra tutt’altro che conclusa e ancora una volta pare che a rimetterci siano i fedeli di San Giacomo, che aspettano ormai da molto tempo di poter nuovamente usufruire del loro luogo di culto.