Se non fosse stato per il restauro a cura della Fondazione Carispo della Basilica di San Salvatore, forse non saremmo diventati patrimonio dell’umanità. Un annuncio arrivato in pieno festival di due anni fa, che sembrava lanciare Spoleto verso grandi prospettive turistico culturali.
Ma ancora una volta, il tesoro lasciatoci dai nostri antenati, in questo caso Longobardi, è rimasto lì dov’era, tra la delusione di chi , quel tesoro aveva contribuito e di molto ha riscoprirlo. E’ un malcontento neanche troppo celato, quello che si respira con alcuni rappresentanti della Fondazione , che incontriamo per gli auguri e i bilanci di fine anno.
Una storia tutta spoletina, fatta di grande impegno per arrivare alla meta, ( un plauso a Giorgio Flamini) grandi entusiasmi e poi grandi delusioni. Un anno e mezzo di praticamente nulla, se si eccettuano alcune sporadiche visite guidate, qualche convegno , qualche concerto.
Un pò poco per chi fiutava giustamente grosse potenzialità. Una storia che fa pendant con la Rocca Albornozia, La ferrovia Spoleto-Norcia, il Festival dei 2 Mondi, i Presepi del Borgaccio, tutte potenzialità inespresse o sfruttate al 10% del loro potenziale.
Non arrendiamoci , qualcosa uscirà fuori, per ora sentiamoci comunque orgogliosi di essere patrimonio dell’umanità…sempre meglio che niente!