I fatti risalgono al 2007 in una frazione spoletina ed hanno come protagonisti due bambini, un maschio e una femmina di 10 e 8 anni (oggi due adolescenti di 15 e 13 anni), e il loro vicino di casa, un 73enne che costrinse i due ad atti sessuali.
Le cose andarono così: i due bambini si erano recati in casa dell’anziano probabilmente per fargli uno scherzo ma quello che successe poco dopo fu tutt’altro che divertente. L’uomo infatti chiese loro di fare alcuni espliciti atti sessuali e, nonostante la bambina riuscì in qualche modo a fuggire, il piccolo invece fu costretto ad eseguire quanto detto anche per il fatto che l’uomo lo minacciava puntandogli contro un fucile.
E non fu solo quell’episodio isolato che il piccolo dovette subire: infatti, pochi giorno dopo fu nuovamente riavvicinato dall’anziano, questa volta nel pieno centro della frazione in cui risiedevano. Fu dopo questa seconda esperienza che il bambino trovò il coraggio di raccontare tutto ai propri genitori, che fecero immediatamente scattare la denuncia.
Così oggi, dopo 5 anni, la sentenza: la condanna di 6 anni e mezzo all’uomo per violenza sessuale continuata aggravata su minori e all’interdizione dei pubblici uffici per la durata della pena oltre, naturalmente, al pagamento delle spese processuali.
Alle famiglie costituitesi parte civile il collegio penale ha riconosciuto risarcimenti pari a 250mila e 40mila euro.