La crisi dell’azienda Novelli non riguarda soltanto i lavoratori negli stabilimenti del gruppo di Spoleto, Terni e Amelia; anche gli allevatori esterni, piccole realtà aziendali per lo più a gestione familiare legate al Gruppo Novelli da contratti di soccida o di ritiro infatti, non ricevono i pagamenti dallo scorso Giugno.
Nel primo caso poi, quello dei contratti a soccida, queste piccole aziende che allevano galline (anche 35000) di proprietà di Novelli con il mangime fornito dallo stesso Gruppo ma su terreni di proprietà propria, hanno investito (contraendo mutui) anche mezzo milione -quando Ovito era una realtà solida- per i propri allevamenti (molti dei quali a terra e non in gabbia) ed ora si ritrovano con rate di mutui da pagare e non un centesimo da parte dell’azienda da Giugno, avendo anche rischiato di veder morire tutte le galline a causa dello stop delle forniture di mangime.
Oltre a loro, in una situazione disagiata ci sono anche gli allevatori autonomi in fatto di galline e mangime e che con l’Ovito hanno un contratto -cosiddetto- “di ritiro”.
Insomma, la situazione è di giorno in giorno più grave e di tempo ce n’è sempre meno; le parole dell’azienda sulla disponibilità di almeno 3 banche non bastano più, tutti aspettano notizie ufficiali, un vento di cambiamento. Intanto, approfittando della situazione di crisi, nuove aziende si fanno avanti, pronte a soffiare a Novelli allevatori e posto di primato.