L’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ha reso noti i dati relativi alla prima parte di indagine riguardante la contaminazione dell’acqua che scorre sotto un’area che interessa Piazza d’Armi, San Sabino, Viale Trento e Trieste e parte di Viale Marconi. Questi dati sono gli stessi che hanno portato il Comune ad emettere un’ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua provienente da pozzi privati per bere o irrigare orti in quella zona.
Su 43 pozzi analizzati 39 risultano inquinati. Qui è stata riscontrata la presenza del Percloroetilene o Tetracloroetilene, che in 34 pozzi supera i limiti previsti dalla legge. Un’altra sostanza riscontrata è il Tricloroetilene, mentre per quanto concerne le acque usate per consumo umano, per bere insomma, viene evidenziata la presenza contemporanea del Percloroetilene o Tetracloroetilene in dosi che vanno oltre i limiti di legge.
E secondo l’ARPA, la fonte inquinante non è una, ma più di una, probabilmente due. Nel documento, inoltre, si legge che: «Nella area orientale investigata la distribuzione delle concentrazioni più elevate (fino al doppio del consentito, ndr) è al momento riscontrabile a partire dall’area dell’Italmatch all’incrocio con via Visso e verosimilmente al cimitero di San Sabino, ulteriore elemento utile nella comprensione della distribuzione può essere riscontrato nella concentrazione rilevata all’interno della Scuola di polizia di (ex cotonificio)».
L’indagine dell’ARPA non è finita, ma il quadro, seppur non ancora definitivo, appare già agghiacciante.
Speriamo che a breve si scopra chi ha causato tutto ciò.