«Manifestamente inammissibile» sono le parole che la Corte Costituzionale ha utilizzato per giudicare il dubbio di incostituzionalità sollevato dal giudice spoletino. Il caso, lo ricordiamo, era partito appunto dalla nostra città quando una ragazza minorenne si presentò in un consultorio chiedendo di abortire senza voler riferire nulla ai propri genitori. Poi, diciamo che la vicenda ha preso una piega diversa e decisamente inaspettata: dalla stanza di un consultorio è infatti passata prima nelle mani degli assistenti sociali e poi in quelle del giudice che, appunto, ha sollevato i dubbi di legittimità costituzionale tra la 194 e l’articolo 2 e 32 della nostra Costituzione, facendo scaturire tutto il grande dibattito su tale legge.
L’Italia intera e soprattutto la rete si è mobilita a proposito di questa questione che si è finalmente conclusa con il seguente epilogo: la legge 194 non si tocca.