Una nostra lettrice ci ha scritto chiedendo di rendere pubblico quanto successo a suo padre qualche notte fa, noi lo facciamo volentieri, consapevoli anche del fatto che probabilmente alla base di tutto forse c’è un disguido e precisando che non vogliamo assolutamente mettere in discussione l’ottimo operato del 118 spoletino che avrà, quando e se lo riterrà opportuno, diritto di replica sulle pagine del nostro blog:
Mio padre è un invalido, dializzato. E’ stato male e ora ha grossi problemi a muoversi da solo. Stanotte (mercoledì 23 maggio, n.d.r.) si è alzato da solo per andare al bagno ed è caduto sbattendo la testa sull’armadio. Mia madre sentito il botto è corsa in camera e l’ha trovato steso per terra. Ha provato più volte a farlo rialzare, ma non ci è riuscita. Così ha chiamato il 118 dicendo che suo marito era caduto e da sola non riusciva a tirarlo su. Una donna del 118 le ha risposto:
“Se noi veniamo lo portiamo in ospedale”
e mia madre ha ribattuto
“Non credo che serva, ho solo bisogno di un aiuto per tirarlo su, sta per terra!”
Allora le hanno detto: “Per queste cose noi non veniamo, magari si faccia aiutare da qualche vicino”. Premesso che all’una e mezza di notte chiamare i vicini non è il massimo e qui poi nel palazzo ci sono tante persone anziane, così mia madre ha chiamato il 115 e sono intervenuti i Pompieri di spoleto, che però sono rimasti stupiti …anche perchè se aveva qualche rottura o qualche trauma non stava a loro diagnosticarlo, quindi sul momento hanno avuto anche qualche dubbio se muoverlo o meno…….mah che dire!!! Comunque i vigili , che hanno richiamato il 118 mentre erano lì in casa, hanno redatto un verbale, ma non so se hanno scritto qualcosa a riguardo.
Lettera Firmata
Argomento interessante ed è un occasione non solo di informazione ma che ci aiuta a pensare,riflettere e decidere…
Argomento interessante ed è un occasione non solo di informazione ma che ci aiuta a pensare,riflettere e decidere…
aggiunta:
non sempre la “liberatoria” viene prevista dalle regole locali.
aggiunta:
non sempre la “liberatoria” viene prevista dalle regole locali.
buonasera.
sono soccorritore 118 da diversi anni, ovviamente il racconto è parziale e pertanto non è possibile giudicare né le scelte della signora né quelle della Centrale.
Specialmente senza conoscere i protocolli operativi locali.
In linea generale l’episodio potrebbe essere classificato come “codice Verde” (il più basso, il codice bianco, ancora minore, prevederebbe l’addebito dell’intervento) e quindi l’invio di un equipaggio privo di medico a bordo (salvo sempre regole locali) in quanto il paziente non è in pericolo di vita, la richiesta infatti si riferisce solo ad un aiuto generico per rimettere la persona nel letto.
Essendoci una dinamica di tipo trauma, l’osservazione avanzata dai VVFF appare corretta, senza un trasporto in ospedale non è possibile escludere un eventuale problema (esempio: frattura) successivo alla caduta o anche precedente (malore), quindi nessun equipaggio inviato dal 118 si sarebbe preso la responsabilità di non ospedalizzare il paziente (in caso di traumi anche i medici di solito insistono per il trasporto proprio perché non si possono fare diagnosi senza verifiche strumentali).
Avendo (da quanto appare) la signora rifiutato l’ipotesi del trasporto, questo “non è un servizio 118”.
Capita spesso che la Centrale (ma dipende come detto da scelte locali) invii l’ambulanza che, una volta appurata la situazione si trova nella difficile situazione di scelta tra:
1) convincere la persona ad una visita in ospedale
2) far firmare una nota in cui la persona dichiara di rifiutare il trasporto assumendosi ogni responsabilità per eventuali danni o problemi successivi.
Il pericolo delle cadute, sopratutto in alcuni soggetti è la fragilità della colonna vertebrale, quindi ogni trauma potrebbe danneggiare questa parte provocando paralisi più o meno grave.
Per questo motivo se non si vuole il trasporto si deve firmare la liberatoria, una caduta che “a caldo” non crea problemi può provocare danni il giorno seguente o ancora dopo a causa di movimenti errati che aggravano i danni iniziali. E dato che io non posso stabilire senza analisi la presenza di danni, se il paziente non vuole fare la visita deve assumersi ogni responsabilità nel caso poi rimanesse paralizzato o bloccato.
Per questo motivo, in caso di caduta, si consiglia di non muovere il paziente se non per il trasporto che avverrà su un piano rigido e bloccando ogni possibile movimento del capo e della colonna fino all’ospedale.
Concludo questo intervento necessariamente lungo ma scritto non per giudicare o attribuire colpe ma come occasione per informare.
un saluto
buonasera.
sono soccorritore 118 da diversi anni, ovviamente il racconto è parziale e pertanto non è possibile giudicare né le scelte della signora né quelle della Centrale.
Specialmente senza conoscere i protocolli operativi locali.
In linea generale l’episodio potrebbe essere classificato come “codice Verde” (il più basso, il codice bianco, ancora minore, prevederebbe l’addebito dell’intervento) e quindi l’invio di un equipaggio privo di medico a bordo (salvo sempre regole locali) in quanto il paziente non è in pericolo di vita, la richiesta infatti si riferisce solo ad un aiuto generico per rimettere la persona nel letto.
Essendoci una dinamica di tipo trauma, l’osservazione avanzata dai VVFF appare corretta, senza un trasporto in ospedale non è possibile escludere un eventuale problema (esempio: frattura) successivo alla caduta o anche precedente (malore), quindi nessun equipaggio inviato dal 118 si sarebbe preso la responsabilità di non ospedalizzare il paziente (in caso di traumi anche i medici di solito insistono per il trasporto proprio perché non si possono fare diagnosi senza verifiche strumentali).
Avendo (da quanto appare) la signora rifiutato l’ipotesi del trasporto, questo “non è un servizio 118”.
Capita spesso che la Centrale (ma dipende come detto da scelte locali) invii l’ambulanza che, una volta appurata la situazione si trova nella difficile situazione di scelta tra:
1) convincere la persona ad una visita in ospedale
2) far firmare una nota in cui la persona dichiara di rifiutare il trasporto assumendosi ogni responsabilità per eventuali danni o problemi successivi.
Il pericolo delle cadute, sopratutto in alcuni soggetti è la fragilità della colonna vertebrale, quindi ogni trauma potrebbe danneggiare questa parte provocando paralisi più o meno grave.
Per questo motivo se non si vuole il trasporto si deve firmare la liberatoria, una caduta che “a caldo” non crea problemi può provocare danni il giorno seguente o ancora dopo a causa di movimenti errati che aggravano i danni iniziali. E dato che io non posso stabilire senza analisi la presenza di danni, se il paziente non vuole fare la visita deve assumersi ogni responsabilità nel caso poi rimanesse paralizzato o bloccato.
Per questo motivo, in caso di caduta, si consiglia di non muovere il paziente se non per il trasporto che avverrà su un piano rigido e bloccando ogni possibile movimento del capo e della colonna fino all’ospedale.
Concludo questo intervento necessariamente lungo ma scritto non per giudicare o attribuire colpe ma come occasione per informare.
un saluto
Potevano mandare per lo meno la guardia medica…
Potevano mandare per lo meno la guardia medica…
Vorrei ribattere su questo…. quando il privato cittadino chiama il 118, chi risponde sono degli infermieri addestrati impiegati nella centrale operativa di Foligno. Chi chiama dovrebbe dare in modo sintetico tutte le informazioni di cui è a conoscenza, specificando:
Tipologia dell’evento avvenuto
Livello di coscienza della vittima e se la vittima ha respiro e circolo o meno.
Descrizione della scena e dettagli come presenza di persone incastrate, principi di incendio, sostanze chimiche o pericolose, edifici pericolanti, intralcio al traffico…
Identificazione del chiamante: viene verificata l’autenticità della chiamata. Il passaggio può essere omesso laddove vi sia la possibilità di identificare il chiamante tramite il numero di telefono o dove siano presenti i sistemi di riconoscimento automatico del chiamante.
Recapito telefonico: può essere richiesto (nel caso non sia disponibile automaticamente) per eventuali contatti da parte della Centrale Operativa in caso di necessità, richiesta di chiarimenti o di comunicazioni.
È molto importante che la comunicazione sia chiusa solo dall’operatore, mai dal chiamante, per accertarsi che siano stati comunicati tutti i dati. Dopo la chiamata, è dovere del chiamante tenere il telefono libero. Quindi….per concludere, vorrei dire che purtroppo medici e infermieri, preparati che siano non hanno ancora il dono della veggenza e dunque, se l’informazione non viene correttamente trasmessa, questi sono i risultati. Se la signora o chi per lei avesse dato accurate informazioni riguardo all’accaduto, sfiderei chiunque a dire che il 118 non sarebbe arrivato sul posto.
Vorrei ribattere su questo…. quando il privato cittadino chiama il 118, chi risponde sono degli infermieri addestrati impiegati nella centrale operativa di Foligno. Chi chiama dovrebbe dare in modo sintetico tutte le informazioni di cui è a conoscenza, specificando:
Tipologia dell’evento avvenuto
Livello di coscienza della vittima e se la vittima ha respiro e circolo o meno.
Descrizione della scena e dettagli come presenza di persone incastrate, principi di incendio, sostanze chimiche o pericolose, edifici pericolanti, intralcio al traffico…
Identificazione del chiamante: viene verificata l’autenticità della chiamata. Il passaggio può essere omesso laddove vi sia la possibilità di identificare il chiamante tramite il numero di telefono o dove siano presenti i sistemi di riconoscimento automatico del chiamante.
Recapito telefonico: può essere richiesto (nel caso non sia disponibile automaticamente) per eventuali contatti da parte della Centrale Operativa in caso di necessità, richiesta di chiarimenti o di comunicazioni.
È molto importante che la comunicazione sia chiusa solo dall’operatore, mai dal chiamante, per accertarsi che siano stati comunicati tutti i dati. Dopo la chiamata, è dovere del chiamante tenere il telefono libero. Quindi….per concludere, vorrei dire che purtroppo medici e infermieri, preparati che siano non hanno ancora il dono della veggenza e dunque, se l’informazione non viene correttamente trasmessa, questi sono i risultati. Se la signora o chi per lei avesse dato accurate informazioni riguardo all’accaduto, sfiderei chiunque a dire che il 118 non sarebbe arrivato sul posto.
Sicuramente l’operatrice alla centrale operativa ha seguito troppo alla lettera i protocolli per l’invio dell’ambulanza,secondo me doveva inviare almeno la guardia medica magari anche con il supporto dei pompieri e se richiesta in seguito anche l’ambulanza.
Sicuramente l’operatrice alla centrale operativa ha seguito troppo alla lettera i protocolli per l’invio dell’ambulanza,secondo me doveva inviare almeno la guardia medica magari anche con il supporto dei pompieri e se richiesta in seguito anche l’ambulanza.