Spoleto 5 Stelle riprende l’importante argomento delle mense scolastiche:
In ottobre , nell’articolohttp://www.spoleto5stelle.it/mense-pubbliche-facciamo-il-punto-della-situazione/, avevamo evidenziato l’atteggiamento del comune di Spoleto nell’ignorare le nostre proposte per “ rivedere il sistema di acquisizione, trattamento e distribuzione dei prodotti alimentari per le mense delle scuole spoletine”.
Riassumiamo in pillole il sistema Mense Scolastiche del comune di Spoleto: il consorzio ABN di Perugia si aggiudicò nel 2006 la gara di appalto per la gestione del servizio di mensa scolastica. Il contratto, che e’ durato fino a giugno 2011, e’ stato rinegoziato e prolungato fino a giugno 2013. Il funzionamento delle mense è quindi praticamente il solito in vigore dal 2006. Il consorzio ABN si avvale di altre due cooperative: la Coop. CIR che fornisce le derrate crude e la Coop. Blu che provvede alla preparazione dei pasti (tanto per allungare un po’ la filiera); la cucina è unica, di proprietà dell’ABN, da cui, una volta preparati i pasti, questi vengono smistati nei 23 edifici scolastici ove è presente il servizio di mensa. Il sistema di prenotazioni dei pasti utilizza i “famosi” POS, dati in dotazione alle scuole dalla stessa ABN ( praticamente consiste in un codice a barra abbinato ad ogni bambino e ad un castelletto prepagato dalle famiglie). Sarà poi l’operatore scolastico che dovrà identificare il nome di ogni bambino e tradurre con la segnalazione alla cucina attraverso il codice a barre. Il sistema, manco a dirlo, ha provocato diversi problemi alle famiglie che si sono viste addebitare molte più presenze di quelle effettive. Tra l’altro l’ABN incassa direttamente dagli utenti e fattura per la differenza mancante al Comune di Spoleto. Soprassedendo sulla distinta delle spese a carico del comune oltre alla quota spettante all’ABN e quantificabili in euro 535.000 annui, quello che è importante segnalare è la scarsissima attenzione per i prodotti biologici e per l’approvigionamento delle materie prime da produttori locali contro il consumo ambientale e a difesa dell’economia agricola locale.
Infatti, ecco le novità introdotte dalla rinegoziazione del contratto:
un “aleatorio” sostegno economico per progetti di educazione alimentare quantificato nella somma di 8.000 €, la sperimentazione dell’utilizzo di vassoi inox al posto delle vaschette multiporzione sigillate (sperimentazione destinata a fallire visto che non ci sono migliorie nella dinamica del sistema di ristorazione, resta un’ora e trenta tempo massimo dalla fine della cottura alla consegna) e la presenza di alimenti biologici SOLTANTO riguardo i legumi.
… e questo e’ tutto!
In una recente brochure pubblicata dalla Regione Umbria in merito alle “Eccellenze BiologicheDell’Umbria” leggiamo testualmente nel retro della copertina della stessa: “L’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA MEDITERRANEA NELLE MENSE SCOLASTICHE È UN DIRITTO DEI CITTADINI E UNDOVERE DELLE ISTITUZIONI“. Sempre nella stessa brochure si legge che l’Italia ( dati OMS) e’ il paese al mondo con la maggiore incidenza di tumori dell’infanzia, con 175 casi l’anno per milione di abitanti tra 0 e 14 anni di età ( seguono gli Usa con 158, Germania con 141 e Francia con 138). Inoltre l’aspettativa di vita SANA in Italia ( dati EUROSTAT) , dopo un aumento continuo negli anni in cui siamo stati ai primi posti, e’ scesa da 74,4 anni nel 2004 a 61,2 anni nel 2008, mentre in altri paesi europei è aumentata o è stabile; un calo sensibile che ha relegato il nostro paese agli ultimi posti nella classifica UE.
Dopo queste statistiche il meno che le Amministrazioni comunali possano fare e’ proprio prevedere il biologico nelle mense scolastiche! Eppure ancora una volta si sta facendo POCO per non dire NIENTE.
Spoleto 5 Stelle collaborò a suo tempo ( nel 2010) ad indicare all’Amministrazione Comunale i punti chiave per indirizzare l’azienda aggiudicataria dell’appalto ad offrire un servizio dove necessariamente si prevedesse:
1) la presenza nei menù di una percentuale significativa di oltre il 70% di alimenti biologici;
2) l’approvvigionamento dei prodotti da agricoltori locali;
3) la presenza di cucine di cottura nella gran parte degli edifici scolastici;
4) uno schema e una dinamica alternativa all’attuale per quanto riguarda:
a) la proprietà dell’unità centrale di smistamento che deve essere di proprietà comunale;
b) nell’unità centrale, di prevedere lo stoccaggio e la conservazione delle derrate, la preparazione e il porzionamento secondo le necessità giornaliere di ogni singola scuola;
c) le prenotazioni che devono avvenire on-line secondo semplici procedimenti già utilizzati da S5S nella gestione del Gruppo Solidale di Acquisto.
Tutto quanto sopra è già una realtà in Italia e nello specifico S5S individuò nel sistema di ristorazione presente a Piacenza un modello da imitare. S5S è in possesso dei dati tecnici essenziali di questo modello e li esibì nelle numerose riunioni di lavoro che svolsero di concerto con i dirigenti dell’amministrazione e rappresentanti delle categorie agricole. Ritenuta OVVIA la bontà della proposta, a vantaggio soprattutto dei nostri figli, che vorremmo educare nel rispetto dell’ambiente che li circonda e con una alimentazione genuina e che conservi i valori e le tradizioni della nostra terra, ESIGIAMO che questa amministrazione si muova in tale senso, per dovere e per rispetto dei cittadini tutti, ad iniziare dai bambini!