Processione di S. Ponziano: tantissimi fedeli presenti. La proposta dell’Arcivescovo al Ponte Sanguinario: «Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”». La gente ha accolto le parole del Presule con un applauso.
Nel pomeriggio di martedì 14 gennaio 2025 la festa di S. Ponziano, patrono di Spoleto, è proseguita con la celebrazione dei Secondi Vespri in Duomo presieduti dall’arcivescovo Renato Boccardo. Così come al mattino per il solenne pontificale, tanti i fedeli che hanno voluto rendere omaggio al Santo nel 1850° anniversario dal suo martirio. Diversi anche i sacerdoti presenti e alcuni monaci benedettini di S. Benedetto in Monte di Norcia con il padre abate Benedetto Nivakoff. La Città era rappresentata dal vice sindaco Danilo Chiodetti. Al termine dei Vespri è partita la processione per il ritorno della reliquia nella Basilica di S. Ponziano. Il corteo, come da tradizione, è stato aperto da un gruppo di cavalli e cavalieri, tra cui tanti bambini dei centri ippici della zona. C’erano poi rappresentanti di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Locale, così come di tante associazioni di volontariato, di confraternite e di gruppi di volontariato.
La processione quest’anno, nel ricordo appunto del 1850° dal martirio di S. Ponziano, ha fatto tappa al Ponte Sanguinario, luogo della decapitazione del giovane. Piazza della Vittoria era gremita di persone, nonostante il freddo pungente. L’arrivo della reliquia è stato salutato dal suono delle trombe della Banca musicale di Spoleto. Poi, è stata letta una parte della passione di S. Ponziano, i musicisti hanno suonato l’inno al martire, l’Arcivescovo ha incensato la reliquia e, finito il canto, ha recitato la seguente preghiera: “A te, giovane Ponziano, da questo luogo che conserva la memoria della tua suprema testimonianza a Cristo Signore, vincitore della morte e datore di vita, rivolgiamo oggi la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi, che ti riconoscono e invocano quale patrono e avvocato presso Dio. Guarda la nostra Chiesa diocesana: sia per tutti casa e scuola di comunione, luogo in cui il Vangelo del tuo Figlio è annunciato e vissuto. Guarda le nostre famiglie: rendile forti nell’amore e nella fedeltà. Custodisci i nostri giovani: siano ardenti e generosi nel cammino della vita. Sostieni gli anziani e gli ammalati: la tua protezione li conforti e li consoli. Preservaci dal male dell’anima e del corpo. Difendici dalle catastrofi naturali. Guarda la nostra Città: fa’ che fioriscano in essa la giustizia e la concordia, perché tutti possano godere di un vero progresso e conoscere una stagione di prosperità e di pace”. E poi, prima di ripartire con la processione fino alla Basilica, mons. Boccardo ha detto: «Questo luogo ci ricorda plasticamente l’eroicità del dono che S. Ponziano ha fatto della sua vita per essere fedele a Cristo. Impariamo da lui la fortezza, il coraggio, la generosità, la mitezza, la dolcezza, l’amore reciproco e il perdono che ci servono per dare contenuti forti alle nostre giornate. Mentre saluto tutti voi e vi ringrazio di questa partecipazione corale e significativa, mi viene un’idea che potremmo tentare di elaborare e presentate a chi di dovere. Siamo qui al Ponte Sanguinario, il luogo dove S. Ponziano è stato martirizzato. Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”. Potrebbe essere un punto di riferimento e una memoria costante, perché qui, dal sangue di questo martire, è nata la nostra Chiesa e questa comunità che ancora oggi si affida a lui». Un lungo applauso ha salutato la proposta dell’Arcivescovo.
Arrivo a S. Ponziano, saluto e benedizione ai cavalieri. La processione dal Ponte Sanguinario è poi giunta alla Basilica dedicata al Santo. Prima dell’ingresso in chiesa l’Arcivescovo, i presbiteri, i fedeli, le autorità e la reliquia hanno fatto una sosta e mons. Boccardo ha avuto l’occasione per ringraziare: «Rivolgo un saluto particolare ai cavalli e ai loro cavalieri. S. Ponziano è stato definito cavaliere: giovane, forte e coraggioso. Dall’immagine del cavaliere traiamo un messaggio per noi. I cavalieri sono coloro che guidano il cavallo, che gli danno un orientamento e una direzione. La domanda che ci poniamo è: chi guida la mia vita? Il cavallo o il cavaliere? Sappiamo che tutti noi portiamo dentro un cavallo pazzo e che tante volte non riusciamo a dominare. Allora da questa bella celebrazione raccogliamo una domanda: la mia vita la guido io o il mio cavallo? Il contenuto chi lo definisce? Torniamo a casa con questa domanda e proviamo a trovare una risposta che deve essere un orientamento per tutta l’esistenza».
Arrivo in chiesa. L’ultimo momento della processione è stato l’ingresso della reliquia nella chiesa dedicata al martire. E l’Arcivescovo, prima della benedizione finale, ha detto: «Grazie a tutti a coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa: all’Amministrazione comunale che ha seguito con generosità e attenzione la preparazione di questo momento; alla Curia arcivescovile che ha previsto e curato quanto abbiamo pensato. Ma soprattutto grazie a Spoleto e ai suoi cittadini. Rinnovare nel tempo la memoria di Ponziano ci fa dire che siamo spoletini, e quindi “ponzianini”, ogni giorno dell’anno: coraggiosi, fedeli e con un cuore dilatato come ha fatto il nostro patrono». La serata si è conclusa con la Messa presieduta da don Pier Luigi Morlino pievano della Pievania di S. Ponziano.