Ilaria Rossetti, “La fabbrica delle ragazze”, Bompiani 2024
In occasione della ‘Festa della donna’ Spoleto7Libri non può non presentare uno dei libri più belli pubblicati negli ultimi mesi dedicato all’universo femminile. Un libro che racconta di un fatto di un gravità inaudita, che si è svolto in Italia nel 1918 e che è stato volutamente cancellato dalla memoria collettiva.
Ilaria Rossetti, una giovane scrittrice di Lodi, ci racconta oggi questa drammatica vicenda in un romanzo lucido e appassionante.
Nel 1918 la Prima Guerra mondiale è agli sgoccioli, la richiesta di armi al fronte è continua e la fabbrica Sutter e Thévenot di Bollate produce a ritmi vertiginosi bombe e materiale bellico senza alcuna misura di sicurezza. Poiché gli uomini sono al fronte, la maggior parte delle operaie che lavorano nella fabbrica sono ragazze e giovani donne che non superano i 20 anni. Un giorno in uno dei capannoni si verifica una terribile esplosione. Muoiono 59 persone, quasi tutte donne, di molte di esse i corpi sono polverizzati. Neanche il tempo di liberare le macerie e rimuovere i pezzi di cadaveri che la fabbrica torna a produrre. Alla notizia è dato uno scarso risalto sui giornali ‘per non demoralizzare la popolazione già affranta dalla guerra’, nessuno – come quasi sempre succede nel caso dei morti sul lavoro in Italia – pagherà per l’incidente e la memoria di quelle vite spezzate sarà ulteriormente cancellata dall’immediato smantellamento della fabbrica nel Primo Dopoguerra. Nel suo romanzo Ilaria Rossetti racconta la storia di una di quelle ragazze, Emilia, che si trovavano nella fabbrica il giorno dell’esplosione, dei suoi genitori, che non avranno neanche una tomba da piangere, e della povera gente che per povertà la guerra la subisce.
Solo che, se dopo la guerra, i morti uomini diventano eroi, alle migliaia di donne che in guerra e per la guerra sono morte non è riconosciuta neppure la carezza della memoria.
Un libro necessario, ‘La fabbrica delle ragazze’, di sconvolgente attualità e di incredibile valore civile.
Lucia Romizzi