Andrea Antonini, “Ritorno a casa”, Tau Editrice
Cosa ci succede quando il Male ci si avvicina e tenta di sedurci con le sue lusinghe? A che cosa siamo disposti a rinunciare pur di soddisfare la nostra ambizione? C’è un limite di fronte a cui possiamo ancora fermarci?
Queste sono alcune delle domande di fronte alle quali ci pone il bel romanzo di Andrea Antonini, nel suo illuminante percorso di perdizione e redenzione.
Giovanni è un giovane avvocato in attesa di un trampolino di lancio, annoiato dalla sua relazione con una ragazza che a un primo impatto sembra sbiadita. Un giorno ha l’occasione di entrare a far parte di un importante studio legale e, con mezzi illeciti, ci riesce. E’ solo l’inizio. Il mentore di Giovanni, De Bonis, è un avvocato senza affetti e senza scrupoli, per cui ricchezza e potere sono gli unici dèi e che non esita a sacrificare la vita di un uomo all’altare della sua affermazione.
Un gradino dopo l’altro Giovanni cala in un baratro di crimine e immoralità, pur mantenendo sempre viva la fiamma di una coscienza che sente sempre più forte il desiderio di riscattarsi. Non è possibile raccontare altro, per non svelare alcuni passaggi fondamentali della narrazione.
Quello che è certo è che “Ritorno a casa” ci incolla alle pagine dalle prime battute e, anche se può essere considerato un romanzo psicologico, ha il ritmo avvincente del thriller.
La scrittura di Andrea Antonini è elegante, la concezione dell’opera originale, la tessitura filosofica solida senza essere retorica.
E se, come in una moderna “Comoedìa”, all’uomo smarrito nella selva oscura si affianca una guida che è donna, mai una Beatrice moderna è stata rappresentata con maggiore dolcezza.
Lucia Romizzi