Riceviamo e pubblichiamo del Partito Democratico spoletino:
L’ansia di potere per il potere ha prodotto un uragano sui vertici della Vus con revoca e condanne a risarcire. È solo l’ultimo capitolo del disastro Vus? No di certo. Perché l’ncapacità gestionale della Vus che equivale a un pessimo servizio alla collettività sotto gli occhi di tutti. Adesso invece di risolvere i problemi nella maniera più logica e razionale si va ad aggravare la situazione. Un esempio su tutti: le moto scope restano ferme perché non si forma alla guida il personale. Pochi spiccioli per un corso di formazione che permetterebbe di avere le strade pulite, ma tant’è. Si manda a casa il personale interinale e si pagano gli straordinari ai dipendenti in servizio sottoponendoli a turni massacranti con risultati inevitabilmente inferiori. Parco mezzi obsoleto con la mancata premessa da oltre un anno di sostituirli almeno gradualmente. Nulla di nulla sul fronte degli investimenti.
Per metterci una pezza si risparmia sui dipendenti, ovvio. Una gestione del centrodestra non può che schiavizzare i lavoratori. Niente di che sorprendersi. E così si fanno lavorare durante tutte le festività infrasettimanali. Niente Natale, niente Pasqua né Capodanno né Ferragosto, mentre per gli amministrativi le 38 ore settimanali saranno “spalmate” 5 giorni su 5 con rientri pomeridiani quotidiani. Vita familiare azzerata. Madri con figli piccoli o adolescenti che si arrangino. Ma a conti fatti conviene veramente dal punto di vista economico? Questa è la filosofia di una destra arrogante e cialtrona. Priva di senso civile che non siano i loro affari nei confronti dei quali sono sempre pronti a derogare. La sentenza che ha coinvolto il sindaco Zuccarini e altri sei sindaci del centrodestra ne è la prova. Il Partito Democratico di Spoleto si pone con forza a fianco dei lavoratori chiedendo al sindaco Sisti di farsi portavoce delle esigenze del territorio che non può continuare a vedere una società a intero capitale pubblico trattata alla stregua di una piccola azienda artigianale. La verità, per dirla in gergo che è sempre efficace: “Questi non so’ boni” è tempo di mandarli a casa.