Spoleto7libri: Barbara Gori, “Sogni infranti”. Intervista

Riscopriamo con Barbara Gori il misterioso delitto della ‘bella Elvira’

Barbara Gori, già autrice del romanzo “Via dei mandorli”, nel suo nuovo libro “Sogni infranti” racconta la storia di una bellissima ragazza, Livia, che è barbaramente uccisa mentre prendeva l’acqua alla fonte. La scrittrice si ispira alla storia vera di Elvira Orlandini, vittima del femminicidio più famoso del secondo Dopoguerra.

Barbara, come è nata l’idea di questo libro?

L’idea è nata in modo casuale. Poiché sono appassionata di borghi abbandonati, attraverso una semplice ricerca sul web sono venuta a conoscenza di Toiano. Documentandomi sul borgo ho scoperto che è stato teatro del femminicidio a cui mi sono ispirata per la stesura del mio romanzo. Una volta conosciuta la storia della ragazza uccisa ho sentito come un impulso irrefrenabile che mi portava a riscriverne la storia, anche se in modo del tutto personale.

Come ti sei documentata su Elvira Orlandini, la “bella Elvira” che ha ispirato la Livia del tuo romanzo?

Le prime notizie le ho reperite sul web, dove sul delitto di Elvira sono pubblicati vari contributi, comprese le pagine del quotidiano Il Tirreno e le interviste rilasciate dal giornalista Paolo Falconi che si è occupato del caso, riportando gli estratti del processo su un volume da lui pubblicato. E’ seguita una ricerca erodotea sul posto, interrogando persone che ho incontrato durante una mia visita a Toiano.

Perché hai reputato importante contestualizzare con attenzione questo brutale fatto di sangue nella realtà contadina dell’epoca?

Partendo dal presupposto, di cui sono fermamente convinta, che, come diceva Calvino, la fantasia è come la marmellata e bisogna che sia spalmata sopra una solida fetta di pane, ho ritenuto necessario ancorare la mia immaginazione a qualcosa di stabile, concreto, solido. Questo da me è stato individuato nella realtà rurale della fine degli anni Quaranta in una Toscana appena uscita dalla guerra, che cercava di ricostruirsi in tutti i sensi. Inoltre conosco bene la civiltà contadina, da cui provengono i miei familiari, sono ad essa sentimentalmente attaccata, la reputo affascinante e degna di essere “letteraturizzata” al pari dei grandi eventi storici.
La vicenda è ambientata nel 1947.

Perché il processo conseguente all’omicidio di Elvira divenne un vero e proprio caso mediatico?

L’omicidio di Elvira non fu sicuramente il solo femminicidio commesso in Italia in quegli anni, eppure il processo conseguente al fatto delittuoso divenne per la prima volta di dominio pubblico. Questo primato è dovuto ad una pluralità di elementi che fortuitamente si sono unificati: la brutalità dell’atto, la partecipazione fisica ed emotiva della gente di Toiano e dintorni, la ripartenza delle attività processuali sospese durante la guerra. Da ultimo, ma non da sottovalutare, la necessità da parte dei media dell’epoca, giornali e radio soprattutto, di avere un fatto da spettacolarizzare per soddisfare le esigenze di un pubblico animato dal desiderio di esprimere la propria opinione, di prendere posizione tra due opposte tendenze, così come il clima politico e sportivo in quegli anni li aveva abituati.

Il tuo libro mostra bene come nella ricerca del colpevole di questo femminicidio la giustizia perseguì un unico filone di indagine, mentre numerose erano in realtà le piste che si erano aperte. Come si spiega tutto questo?

Su ciò non posso formulare una risposta certa, ma esprimere una mia opinione. Le piste da seguire erano tante, ma tra esse alcune troppo fantasiose e senza indizi, altre scomode sotto vari punti di vista; fu scelta quella più “facile” e credibile che individuava l’assassino nel fidanzato e il movente nella gelosia.

Toiano, dove si svolsero i fatti, è oggi un “borgo fantasma” in provincia di Pisa? Come mai il paese è stato abbandonato?

L’abbandono di Toiano è legato alla trasformazione economico-sociale che investì tutta l’Italia fra gli anni ’50 e ’60, legata al passaggio da un’economia esclusivamente agricola, che aveva dato vita alla civiltà contadina, ad una industriale che trasformò contadini e mezzadri in operai. Toiano è logisticamente molto vicina al bacino industriale della Piaggio di Pontedera che in quegli anni conobbe un ingente sviluppo.

A distanza di quasi ottanta anni la morte di Elvira resta un caso insoluto, un vero e proprio ‘cold case’. Il libro di Barbara Gori toglie dell’oblio quella ragazza così bella che dalla sua bellezza fu condannata. Quel mondo contadino così bene descritto nel romanzo è invece perso per sempre.

Lucia Romizzi