Riceviamo e pubblichiamo da Unione Sindacale di Base Umbria:
Il Primo Maggio di Usb Umbria verso lo sciopero generale del 26 maggio
Presidio ai Giardini di viale Matteotti Spoleto, ore 10,30: “ABBASSARE LE ARMI ED ALZARE I SALARI! Subito 300 euro di aumento”
Per la USB è essenziale fermare la guerra in corso nell’Est Europa. Basta invio di armi. No ad aumenti delle spese militari. Tutte le risorse disponibili vanno investite in Sanità Pubblica, Servizi Sociali e risanamento ambientale dei territori. Altra emergenza è che da troppi anni stipendi e pensioni sono fermi. Inflazione, carovita ed aumento generalizzato del costo delle tariffe colpiscono duramente la vita di lavoratori e settori popolari. Come USB rivendichiamo sostanziosi aumenti dei salari e delle pensioni, con l’indicizzazione automatica all’inflazione per difendere adeguatamente le condizioni di vita.
Il governo Meloni sta rafforzando le politiche neoliberiste (in materia di appalti, di controlli sulla sicurezza, dell’autonomia differenziata) colpendo lavoratrici e lavoratori e proprio il Primo Maggio ha annunciato un Consiglio dei Ministri per smantellare il Reddito di Cittadinanza e per rendere più facili i contratti precari. Una autentica provocazione!
Inoltre, forte è la contrapposizione della USB alla Giunta regionale dell’Umbria, che si sta caratterizzando per un duro attacco ai Servizi Pubblici Essenziali ( Sanità, Scuola e Trasporto Locale), con il chiaro intento di favorire le strutture private. Mai come ora i cittadini sono costretti ad affrontare disagi e privazioni, nonostante l’abnegazione di coloro che vi operano.
Dipende solo da noi: vogliamo subire la progressiva sottrazione dei diritti fondamentali, l’aumento delle disuguaglianze, della povertà e dello sfruttamento, oppure batterci fino in fondo per conquistare Servizi Pubblici universali e di qualità (sottratti alle logiche del profitto), lavoro sicuro, stabile e con diritti, concreta integrazione dei migranti e salvaguardia dell’ambiente, diritto al reddito e alla casa?
Invitiamo a partecipare e a costruire insieme un movimento di lotta come stanno facendo in Francia. È ora che in Italia ritorni il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori per realizzare una nuova stagione di mobilitazione e crescita collettiva.