Celebrata anche a Spoleto la Giornata mondiale del malato. L’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in Duomo con malati, disabili e anziani giunti da varie zone della Diocesi.
Al mattino, prima della Messa in Duomo, nella chiesa parrocchia di San Giovanni Paolo II a S. Nicolò di Spoleto i malati hanno vissuto un momento di condivisione e preghiera: don Bruno Molinari ha illustrato il tema della Giornata e ha guidato la liturgia penitenziale. Poi, la solenne celebrazione in cattedrale: “Siamo sempre posti di fronte al bene al male, alla verità e alla menzogna: che cosa scegliamo? Lasciamo che questa domanda entri profondamente nel nostro cuore in questa giornata in cui guardiamo alla Vergine Maria e facciamo memoria del suo messaggio, di penitenza e di conversione, pronunciato a Lourdes nel 1858 alla giovane Bernadette. La Madonna, madre premurosa e sollecita di tutti noi, ci dice: mettiti alla scuola di mio figlio Gesù, lasciati guidare da lui, prova a pensare e ad agire come lui ha pensato e ha agito. E questo anche nel tempo della sofferenza, della disabilità, della fragilità fisica. Perché se si entra nello sguardo di Dio – ha proseguito l’Arcivescovo – si riesce sempre e comunque a vedere il bene e a distribuirlo attraverso i piccoli gesti e a farlo entrare nel tessuto della società. La sofferenza, lo sappiamo, rimane un mistero di fronte al quale tutti ci sentiamo piccoli e fragili, incapaci di dare una risposta, di trovare una spiegazione. Ma se noi guardiamo a Gesù sulla croce, impariamo che lui non è venuto a risolvere la sofferenza ma a prenderla su di sé, è venuto a condividere la ferita che accompagna la vita dell’uomo sulla terra per darle un senso. Nella malattia, nella sofferenza, nell’anzianità: il Signore Gesù non abbandona nessuno, ma è vicino e sollecito come il buon samaritano e si prende cura di ciascuno. Certo, a volte il peso della solitudine si fa sentire, la fatica di portare avanti la vita quotidiana sembra essere superiore alle nostre forze, ma è proprio lì che siamo invitati ad aprire gli occhi del cuore e a scoprire la presenza misteriosa ed efficace del Signore accanto a noi. Presenza che poi diventa visibile grazie all’impegno e alla generosità di tante persone che gratuitamente, nel silenzio, continuano ad esercitare la solidarietà, l’aiuto, il sostegno, la condivisione. Questo è il mistero della Chiesa dove nessuno si salva da solo, ma dove tutti siamo responsabili della vita di tutti. Solo nella misura in cui ci riconosciamo non concorrenti ma fratelli e sorelle in umanità – ha concluso mons. Boccardo riusciamo a testimoniare il Vangelo di Gesù”.
Prima della benedizione finale, la statua della Madonna di Lourdes è passata tra i malati e i fedeli presenti in Duomo: cantando Ave Maria, e con una lampada accesa in mano, ciascuno ha deposto nel cuore della Madre tutte quelle preghiere custodite nel cuore.