Spoleto, Basilica Cattedrale: Messa per i nuovi nati presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo. Il Presule: «Guardiamo con tenerezza e fiducia a questi bambini che iniziano il cammino della vita»
“La morte non è mai una soluzione. Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap. 1.14): è il tema scelto dalla Conferenza episcopale italiana per la 45ª Giornata per la Vita celebrata nelle Diocesi della Penisola domenica 5 febbraio scorsa. A Spoleto, dopo due anni di stop a causa del Covid, è tornata la Messa in Duomo per i nati negli anni 2021 e 2022, residenti nei Comuni che ricadono nel territorio dell’Archidiocesi. Tante mamme e papà con le carrozzine sono stati accolti in Cattedrale dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo proprio domenica 5 febbraio: «È bello ritrovarci qui – ha detto il Presule – tutti insieme nella casa di Dio in mezzo alle case degli uomini e guardare con tenerezza e fiducia a questi bambini che iniziano il cammino della vita». Nel portico della chiesa, su di un apposito pannello, sono state appese le foto dei bambini. Alla celebrazione ha preso parte anche il vice sindaco di Spoleto Stefano Lisci e il primario dei reparti di Ginecologia ed Ostetricia degli ospedali di Spoleto e di Foligno.
Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come tante volte Gesù nel Vangelo fa riferimento agli elementi della vita quotidiana, non lontani dall’esperienza di ciascuno. «Oggi nello specifico – ha detto – lo abbiamo sentito parlare ai discepoli usando due elementi, il sale e la luce. E dice loro: voi siete il sale che dà sapore e la luce che illumina, adesso, là dove vivete, con tutto ciò che fate. Il sale permette di gustare la bontà del cibo preparato e la luce è l’elemento che ci consente di non perdere di vista la meta verso la quale stiamo camminando. Essere sale, allora, vuol dire dare sapore alla vita, dare senso e orientamento agli affanni, alle preoccupazioni, ai sogni e ai desideri che abitano il nostro cuore. Essere luce oggi vuol dire diffondere attorno a noi gesti di generosità, di accoglienza, di perdono, di vicinanza, di solidarietà. Se questo vale per tutti i credenti – ha proseguito l’Arcivescovo -, vale in maniera particolare per voi mamme e papà che siete qui con tanta gioia ma anche con tanta trepidazione nel cuore. Quante volte nelle vostre conversazioni vi sarete chiesti: cosa ne sarà di questa creatura? Come crescerà, quali caratteristiche avrà da grande?”. Avrà le caratteristiche interiori che voi saprete trasmettere con gli elementi del sale e della luce: il senso della vita, la direzione da imprimere ai propri passi, la scelta del bene e il rifiuto del male. Potranno vivere bene nella misura in cui avranno imparato a vivere bene. Il Signore – ha detto ancora mons. Boccardo – vi ha detto: mi fido di voi, metto questa creatura nelle vostre mani. E vi assumete una responsabilità forte, perché il successo o il fallimento della loro vita dipenderà da quello che vedranno ogni giorno in casa; impareranno a voler bene agli altri se hanno visto papà e mamma volersi bene; impareranno ad essere aperti a chi gli sta vicino se avranno visto in casa esempi di accoglienza e di riconciliazione; impereranno a vivere come figli di Dio se avranno visto in casa papà e mamma mettersi sotto lo sguardo del Signore. Dio nel donare una vita fa un investimento che deve essere accresciuto, custodito, moltiplicato giorno dopo giorno con la coscienza della grave responsabilità affidata a ciascuno. E noi adulti vogliamo accompagnarvi con il nostro esempio più che con le parole: ed è bello che ci siano anche i nonni che vedono il prolungarsi della loro famiglia nelle nuove generazioni, che con attenzione condividono la sollecitudine dei genitori per il bene di questi bimbi. Per loro – ha concluso il Vescovo – chiediamo la grazia e la benedizione di Dio; per voi genitori chiediamo il dono della sapienza, ossia quella capacità necessaria per insegnare ai vostri figli la differenza tra il bene e il male, così da portare abbondanza di frutto per la consolazione della vostra famiglia, della comunità ecclesiale e di quella civile».
Prima della benedizione finale, il vicario generale don Sem Fioretti ha invitato quelle mamme e quei papà che hanno accolto il dono di una vita a volgere lo sguardo anche a quei bambini che vivono situazioni di difficoltà, specie nelle regioni dove si combattono le guerre. La pastorale familiare dell’Archidiocesi, con discrezione, da tempo si fa prossima a diverse famiglie in difficoltà e si adopera per promuovere la vita in varie forme. Chiunque volesse saperne di più e contribuire come ritiene più opportuno, può contattare la pastorale familiare per telefono 0742 780007 o per mail pastoralefamiliare@spoletonorcia.it.
La mattinata si è conclusa con il tradizionale lancio di palloncini blu e rosa da Piazza Duomo.