Giuseppe Catozzella, “Italiana”, Mondadori 2021
Quella che “Italiana” racconta è una storia vera, la storia di una donna, Maria Oliverio, che è diventata una celebre brigantessa.
Siamo in Calabria a metà del 1800, la Sila è uno dei territori più poveri e retrogradi d’Italia, le famiglie non sanno come sfamare i loro figli, mentre pochi signorotti locali tengono le redini del potere politico ed economico.
Maria cresce libera e curiosa, in un rapporto armonico con quei monti aspri che sembrano dare forza al suo carattere e ai suoi sogni.
La vita non sarà clemente con lei, anche se le donerà un grande amore, Pietro, che purtroppo avrà in sé le stigmate violente degli uomini della sua epoca.
L’Unità d’Italia non cambierà le condizioni del Sud, troppo lontano dagli interessi dei sovrani piemontesi. Così dal 1861 al 1864 il nostro paese sarà insanguinato da una terribile guerra civile per sgominare i briganti, che al Sud lottavano contro l’ordine costituito, spesso animati da nobili ideali. E animata da nobili ideali – ideali di patria, uguaglianza, riscatto sociale – sarà Maria, nome di battaglia ‘Ciccilla’, la cui vicenda è seguita con un ritmo narrativo che intriga dalla prima all’ultima pagina.
Giuseppe Catozzella, noto al grande pubblico per la storia di Samia, raccontata nel bel libro “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli 2014), ci regala stavolta un romanzo storico intenso e commovente, tratteggiando il modello di una donna forte e coraggiosa come ‘Ciccilla’.
Lucia Romizzi