L’Anpi per voce del suo presidente Francesco Giannini si associa alle tante voci che in questi ultimi mesi si sono levate per la difesa dell’ospedale di Spoleto. La Regione dell’Umbria ha infatti approvato un “Piano di efficientamento e Riqualificazione del Sistema Sanitario regionale 2022-2024” che sembra più rispondere ad esigenze di pareggio di bilancio che di un reale adeguamento del servizio sanitario alle concrete e reali esigenze della popolazione.
Quali gli investimenti previsti per le tecnologie, quali i potenziamenti approvati e finanziari degli organici sia specialistici che degli operatori? Il Piano riuscirà a garantire un servizio pubblico alla portata di tutti, a ridurre le liste di attesa?
L’Anpi esprime complessivamente un giudizio negativo sul piano sanitario regionale, frutto di una cultura neoliberista.
“L’impressione è che con i tagli al personale, i mancati investimenti, la riduzione dei servizi si rende meno operativo il sistema sanitario pubblico regionale, spingendo quindi i cittadini, naturalmente solo quelli che possono permetterselo, nelle mani dei privati, lasciando tutti gli altri allo sbando nell’impossibilità di curarsi o di svolgere esami di prevenzione”.
“Va poi rivista la ripartizione dei servizi e l’organizzazione degli ospedali di Foligno e di Spoleto, tenendo in debito conto le necessità della popolazione di Spoleto, sempre più vecchia, e della Valnerina”.
“Senza garanzia su tutto questo la proposta regionale, oltre a penalizzare il sito di Spoleto e ad avere progressivamente distrutto tutte quelle che erano le eccellenze della sanità territoriale, non risponde in alcuna maniera alle esigenze del nostro territorio e dei suoi cittadini”.
Giannini chiude ricordando quanto dichiarato dalla partigiana Tina Anselmi quando nel 1978, allora ministra della Sanità, promosse il Servizio sanitario nazionale, il quale doveva essere caratterizzato da quattro principi: globalità delle prestazioni, universalità dei destinatari, eguaglianza del trattamento, rispetto della dignità e della libertà della persona.
Alla luce di tutto ciò, l’Anpi di Spoleto chiede che il Piano regionale venga riformulato e che sia frutto di scelte condivise a tutti i livelli, non solo politici, venendo incontro a quelle che sono le esigenze delle comunità locali.