A oggi San Salvatore è ancora chiusa. Non si vedono impalcature e il degrado degli spazi accanto all’ingresso aumenta
Come è noto, il terremoto del 24 agosto 2016 ha colpito pesantemente la nostra città e i suoi monumenti, tra cui la splendida basilica di San Salvatore. Il 6 ottobre 2016 è uscito sul sito del Comune la seguente nota relativa alla chiesa, preziosa testimonianza della fase longobarda di Spoleto: “In seguito all’evento sismico del 24 agosto la basilica di San Salvatore è stata chiusa temporaneamente in via precauzionale al fine di garantire l’incolumità pubblica. La basilica verrà riaperta subito dopo aver effettuato le opportune verifiche ed eventuali interventi”. San Salvatore resta però chiusa.
Poi, dopo cinque anni, un primo filo concreto di speranza. Nel corso delle iniziative collaterali al Festival dei due Mondi 2021, nella sede principale all’ex Monte di Pietà, è inaugurata la mostra “San Salvatore ARMONIE imPERFETTE”. Si tratta di un’esposizione fotografico-documentaria a cura del Comune di Spoleto per il decennale dall’inserimento nella lista del patrimonio mondiale Unesco del sito seriale “Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. È una piccola mostra ma molto bella: si possono vedere sia vecchi documenti che i progetti di restauro relativi a San Salvatore. Si’, perché dal 2019 il progetto è stato affidato ad uno studio di Perugia, su cui ritornerò tra poco. Dopo aver visitato la mostra, alcuni turisti si avventurano così alla ricerca del gioiello longobardo ma trovano abbandono e desolazione. Si’, dal vetro in corrispondenza della porta si può intravedere l’interno ma un monumento architettonico è fatto per essere fruito nello spazio e l’oblò non può che essere soluzione temporanea.
Facciamo un piccolo salto. Il 14 ottobre 2021, sul sito del Commissario straordinario per la ricostruzione, esce un comunicato confortante relativa alla Chiesa. Si informa i cittadini che “è stato approvato in Conferenza Regionale il progetto definitivo di riparazione, con miglioramento sismico, della Basilica di San Salvatore che nel 2011 ha permesso alla città di Spoleto di fregiarsi del titolo di sito Unesco”. Si specifica che l’intervento di miglioramento sismico della basilica è “finanziato con l’Ordinanza Commissariale n. 56/2018 (II programma delle opere pubbliche) per un importo di € 1.200.000,00 e fa parte di quelli che rivestono una importanza essenziale ai fini della ricostruzione post-sisma 2016 in quanto la basilica di San Salvatore rappresenta il maggior monumento spoletino dell’antichità”. A questo risultato si è giunti dopo che la Conferenza Regionale, presieduta dall’arch. Filippo Battoni, delegato dalla Presidente della Regione – Vice Commissario per la Ricostruzione, Donatella Tesei, ha acquisito i pareri della Soprintendenza ABAP dell’Umbria, del Comune di Spoleto e dell’USR-Umbria (Servizio Ricostruzione Privata e Servizio Ricostruzione Pubblica) per ripristinare l’agibilità della basilica. Nello stesso comunicato si descrive la natura degli interventi, per lo più di consolidamento strutturale, ma si ribadisce l’importanza del restauro degli elementi architettonici e degli apparati decorativi. Lo stesso comunicato del 14 ottobre 2021 rende noto che il Committente dei lavori, cioè Comune di Spoleto, ha affidato nel 2019 la progettazione definitiva ed esecutiva al Raggruppamento Temporaneo Progettisti (RTP) costituito da Area Progetto Associati dott. ing. Marco Balducci, dott. ing Roberto Regni, geol. Massimiliano Mazzocca, ing. Carlo Regni e Margherita Agamennone Garibaldi. “Solo all’approvazione del progetto esecutivo il Servizio Ricostruzione Pubblica dell’USR-Umbria concederà il contributo mentre spetta al comune di Spoleto individuare la ditta che dovrà eseguire i lavori in un anno”. Altri siti di informazione ribattono la notizia, parlando di un probabile inizio dei lavori “nella primavera successiva” (immaginiamo quella del 2022 ma probabilmente si parlava più genericamente “di una primavera successiva”). Se si va poi sulla pagina Web dello Studio che si occupa del restauro, compare inoltre una scheda del Progetto in corso dal 2019 (https://www.areaprogetto.it/portfolio/basilica-di-san-salvatore-spoleto/).
Sono tutti dati confortanti. La fiducia dei cittadini che conoscono e amano San Salvatore si riaccende. Da cinque anni non possono vedere la loro chiesa di origine longobarda se non da un oblo’ rigorosamente polveroso, che dà l’idea dell’abbandono in cui versa la struttura, e ora hanno finalmente una speranza. A oggi San Salvatore è ancora chiusa. Non si vedono impalcature e il degrado degli spazi accanto all’ingresso aumenta.
Perfettamente consapevoli del dramma che sta vivendo la città, ad esempio per il progressivo smantellamento dell’ospedale e per la crisi economica post Covid, che ha colpito numerose imprese del territorio, non possiamo immaginare per Spoleto che un futuro che valorizzi e promuova lo straordinario patrimonio culturale della città, che – lo ribadiamo – non si esaurisce in piazza Duomo e non può prevedere il vivere di luce pregressa. Quante meraviglie architettoniche di Spoleto non sono a oggi accessibili? La Cripta di Sant’Ansano, San Paolo inter vineas, l’oratorio di San Francesco, solo per citarne alcune di particolare pregio. Quante chiese della campagna stanno cadendo a pezzi per l’incuria di chi dovrebbe occuparsene? Chi si ricorda il recinto funerario di Collazzone o le tombe dei principi di piaźza d’Armi?Quanto ancora la città potrà vivere di rendita, senza alimentate le sue potenzialità turistiche, con rinnovate aperture e una integrazione dei percorsi di visita intramuranei e extraurbani?
Quanto ancora per la Chiesa di Salvatore si temporeggerà, lasciando passare gli anni e facendo sì che anche gli abitanti della città si scordino di questa chiesa, che rappresenta un unicum in tutta l’Italia longobarda?