Haruki Murakami, “Norwegian Wood -Tokyo Blues”, Einaudi.
“Norwegian Wood” è l’opera magna di Murakami, autore che ho conosciuto con un suo libro secondario: “L’arte di Correre”.
Di Murakami ho apprezzato per prima cosa il suo stile pacato e rilassante. Sicuramente dovuto alla cultura giapponese e al suo carattere personale molto introverso e riservato.
In “Norwegian Wood” la trama principale è incentrata nel connubio archetipico di Eros e Thanatos, e sul disagio dei disturbi mentali.
Ma oltre a questo c’è molto di più, e non parlo solo dei magnifici scorci di Tokyo caparbiamente tratteggiati dall’autore.
Grande spazio viene dedicato al disorientamento e al disagio del passaggio all’età adulta. Non a caso viene citato innumerevoli volte “Il Giovane Holden” di Salinger.
Molto interessante inoltre la descrizione della subcultura dei giovani Giapponesi che durante il secondo dopoguerra ha abbracciato con entusiasmo la cultura occidentale, in particolare statunitense (le citazioni di musica jazz e opere come “il Grande Gatsby” si sprecano) con grande biasimo dell’ambiente istituzionale, universitario e in generale degli adulti.
Buona lettura!
Alessandro Checcarini