Dall’Africa al cuore dell’Umbria, le giraffe invadono pacificamente il centro storico di Spoleto: a ridisegnare il paesaggio cittadino è Monini, che promuove e sostiene la mostra a cielo aperto “Sandro Gorra. L’arte dell’attimo”, che aprirà giovedì 23 giugno. Per oltre un mese sculture ad altezza naturale del più sinuoso ed elegante abitante della savana doneranno un tocco esotico alla città, che “si fa bella” in vista dell’apertura della sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi (24 giugno – 10 luglio).
Delle venti opere dell’artista milanese esposte a Spoleto, due sculture monumentali e due di grande dimensione saranno collocate tra Piazza del Duomo, Piazza del Comune, Largo Ferrer e Piazza della Libertà, punti nevralgici di una città che si prepara ad accogliere nuovamente (e finalmente) artisti e turisti italiani e internazionali.
“Siamo entusiasti di rivedere Spoleto riaprirsi al mondo e alle arti. Abbiamo perciò pensato – spiega Maria Flora Monini, alla guida dell’azienda assieme al fratello Zefferino – di offrire agli spoletini e ai visitatori un piccolo assaggio di cultura, con una mostra scenografica e aperta, capace di donare un senso di nuovo stupore al paesaggio urbano. La bellezza è la più grande ricchezza del nostro Paese, la nostra storia, ma anche il nostro futuro: nel nostro piccolo siamo orgogliosi di sostenerla in ogni sua forma. Un impegno che abbiamo voluto formalizzare con ‘A Hand for the Future’, il nostro piano di sostenibilità con il quale cerchiamo appunto di porre le basi per un domani migliore, anche sotto il profilo culturale”.
La mostra rappresenta una nuova tappa dell’esposizione diffusa che da pochi giorni ha salutato Pietrasanta e la Toscana, pronta per portare l’arte dell’attimo di Sandro Gorra a Spoleto con opere appositamente selezionate per l’occasione.
“La mia Daily Art – spiega Sandro Gorra – è la fissazione di un attimo che appartiene alla nostra vita. Noi siamo l’idea, noi e le nostre fatiche di raggiungere obiettivi di crescita e la paura di perdere ciò che abbiamo conquistato”.
Nei lavori di Gorra poesia e ironia si intrecciano, così come parola e immagine, per raccontare il momento creativo che avviene ogni giorno in ciascuno di noi al fine di conquistare qualcosa di ambito, con il risultato tragicomico di un vero e proprio racconto dell’umanità nei suoi attimi esistenziali: la scalata verso l’alto e il timore di vedere allontanarsi i traguardi raggiunti, i “segni” che ci contraddistinguono, come le macchie che fanno della giraffa una giraffa, appunto. E noi uomini e donne siamo come giraffe, in balìa della possibilità di perdere da un momento all’altro il nostro segno, rimanendo nudi, sul filo dell’estinzione come il maestoso mammifero africano.
La mostra prosegue nei giorni del Festival dei Due Mondi e fino al 27 luglio anche a Casa Menotti, salvata proprio dalla famiglia Monini, attraverso la sua Fondazione, dal degrado in cui era caduta dopo la morte del Maestro. Qui saranno esposti dodici lavori pittorici, un grande collage con lettering concept, bozzetti e illustrazioni e tre sculture di piccola e media dimensione, tutte a firma di Sandro Gorra. Un’esposizione organizzata con la collaborazione della galleria Laura Tartarelli Contemporary Art.
Oggi il palazzo quattrocentesco affacciato su Piazza Duomo ospita il Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi e durante la kermesse torna ad essere, come nei primi del ‘900, palcoscenico di incontri artistici, culturali e conviviali.