Si è inaugurato sabato mattina a Cerreto di Spoleto, lungo le sponde del Fiume Nera, il campo campo scuola di pesca a mosca della Valnerina: una vasta area messa a disposizione dai proprietari del Ristorante il Casaletto, dove le scuole di pesca a mosca potranno organizzare i propri corsi e dove i pescatori potranno esercitarsi nei lanci.
Presenti Roberto Morroni, Vice Presidente della Regione Umbria, Giandomenico Montesi e Rocco Ceccomancini, rispettivamente Sindaco e Vice Sindaco del Comune Cerreto di Spoleto.
Ha partecipato all’incontro anche una folta rappresentanza dei Club di pesca a mosca dell’Umbria, con l’ASD il Mulinaccio, l’ASD Mosca Club Il Bombo, l’ASD Predator Anglers e il gruppo Dry Fly Only. Presenti anche club extraregionali come l’ASD Astraeus Fly Fishing e la Tuscia Fly Clubprovenienti dal Lazio, il Mosca Club Vallesina di Jesi.
Presenti anche la Claudio Carrara Fly Fishing School, il Gruppo Exsperience costituito da istruttori provenienti da varie parti d’Italia, l’Associazione Italiana Guide professionali di pesca, a dimostrazione di quanto i fiumi e i no kill della Valnerina siano punto di riferimento del mondo della pesca a mosca locale e anche nazionale.
“E’ stata un’importante occasione – dichiara Maurizio Zara Presidente di Legambiente Umbria – per far conoscere all’Assessore regionale e l’Amministrazione comunale come è possibile creare sviluppo locale in un’area marginale e fragile come quella della Valnerina, gravemente ferita dal terremoto prima e danneggiata poi dall’emergenza sanitaria, puntando sulle risorse naturali, la salvaguardia delle aree protette e della biodiversità e sugli sport sostenibili, attentamente regolamentati.”
La pesca a mosca è un tipo di pesca sportiva definita così perché vengono utilizzate particolari esche artificiali costruite a imitazione, in tutte le loro fasi di sviluppo e vita, di insetti che nascono, si sviluppano, si riproducono e muoiono nell’ambiente acquatico.
In Valnerina, nei 19 km di Zone a Regolamento specifico del fiume Corno e Nera viene praticata la pesca a mosca no kill, che prevede, oltre alle esce artificiali, anche l’impiego di amo senza ardiglione per consentire il rilascio del pesce. Inoltre per ridurre la pressione della pesca sugli ecosistemi è previsto il numero chiuso su prenotazione.
Un modello di pesca sostenibile che nasce nel 1994 dalla collaborazione tra Legambiente Umbria e Provincia di Perugia, che è diventato un modello di gestione e punto di riferimento nel Paese, e che ora oggi prosegue con la collaborazione tra l’associazione ambientalista e la Regione Umbria con un’attenzione particolare anche alla salvaguardia della trota mediterranea, la trota nativa e autoctona dei nostri fiumi.
“Importante è stato anche il confronto e il contributo alla discussione del mondo della pesca sportiva a mosca e no kill – continua Maurizio Zara – disponibile e aperto a raccogliere la sfida delle normative europee e nazionali sul divieto di immissione di specie ittiche alloctone, impegnandosi attivamente per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici”.
“Da parte nostra – conclude il Brigida Stanziola, direttrice di Legambiente Umbria – continueremo nel nostro impegno, nei tavoli istituzionali e sui territori, con passione e determinazione, per dimostrare che il rispetto delle norme, la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, la lotta ai cambiamenti climatici, all’inquinamento, la riduzione e la mitigazione delle pressioni sugli ecosistemi, la promozione di sport e di turismo sostenibili, sono elementi imprescindibili per il nostro futuro e per il Pianeta e per creare opportunità di sviluppo locale per l’Umbria e per la Valnerina”.