Ospedale di Spoleto, nuovo Sos sulle sorti dei servizi. Stavolta è a rischio la chirurgia

La Uil, attraverso il segretario Andrea Russo, ha lanciato l’ennesimo Sos sull’ospedale di Spoleto

Futuro sempre più buio per l’Ospedale di Spoleto. Da mesi è ormai sotto gli occhi di tutti il progressivo smantellamento della sanità pubblica, sempre più precaria, sempre meno organizzata, sempre meno attrattiva per i professionisti della sanità, che non di rado scelgono di andare a lavorare nel privato o in altre regioni.

Spoleto non fa eccezione ma, anzi, sembra essere la realtà capofila di questo percorso che sta impedendo ad un numero sempre crescente di umbri di potersi curare adeguatamente. L’emergenza Covid richiedeva investimenti straordinari che, purtroppo, sono mancati: ora è impensabile ipotizzare che il ritardo accumulato negli ultimi due anni possa essere recuperato senza procedere realmente a nuove assunzioni di qualità (a tempo indeterminato) ed una migliore organizzazione.

Gli organici a disposizione rispetto ai servizi da erogare, al di là della propaganda, sono ormai del tutto inadeguati: la coperta è troppo corta e sempre più spesso la Direzione della ASL2 sembra fare il gioco delle tre carte, scoprendo da una parte per coprirne un’altra.

L’ultimo ordine di servizio emanato dal Direttore Generale della ASL2 va proprio in questa direzione: col trasferimento dei chirurghi ad altre sedi, viene di fatto cercato di dare soluzione in altri territori, decretando la fine della chirurgia a Spoleto, non solo d’urgenza ma anche programmata.

Tutti i territori vanno tutelati ma ciò deve accadere con investimenti ed assunzioni, non mettendoli in competizione tra loro, depauperando altre realtà: un dividi et impera che dovrebbe essere rigettato a prescindere, perché alla lunga non può che danneggiare tutti, nessuno escluso.

Come UIL lanciamo quindi l’ennesimo grido d’allarme, confidando che la sensibilità dei sindaci di questo territorio li porti a far sentire forte ed all’unisono la voce dei propri concittadini. Auspichiamo, quindi, che gli amministratori si esprimano con chiarezza contro lo smantellamento della sanità pubblica che è in corso e, nello specifico, dell’ulteriore depotenziamento della chirurgia spoletina e, quindi, contro il costante depauperamento di questo territorio, affinché venga garantito, sempre, ovunque e per tutti, il diritto alla salute.

Chi dovesse scegliere di rimanere silente si assumerà in prima persona la responsabilità dei danni che non avrà contribuito ad evitare.