Questo è un consiglio di lettura per chi sogna viaggi esotici, per viaggiare su di un tappeto volante in terre avvolte da sabbia e profumi di spezie …
“Capitai dunque in questa famiglia strana, esotica e ricca un giorno d’inverno di un anno movimentato, pieno come molti anni cosiddetti storici di scioperi, di pogrom, di massacri e di diverse altre manifestazioni del genio umano, così particolarmente inventivo per tutte le perturbazioni sociali”
I miei giorni nel Caucaso è un libro perfetto se avete bisogno di andare lontano e incontrare popoli facendovi guidare da una voce fresca e vivace: la Baku di inizi novecento è raccontata attraverso gli occhi di una bambina che, divorando libri e sognando Parigi, cresce troppo in fretta tra petrolieri per caso, tate europee, veli islamici ormai fuori luogo e la rivoluzione russa che spazza via un mondo grottesco che, visto con gli occhi profondi e acuti di questa ragazzina azera, si rivela essere stato più un circo strampalato e chiassoso che una società.
L’ironia dell’autrice, che ne scrive decenni dopo durante la sua nuova vita parigina, rende intense e divertenti queste cronache della sua “strana infanzia” in Azerbaigian(“in luoghi che oggi mi appaiono irreali, come un sogno nato da chissà quale fiaba”) durante gli anni di grandi tragedie storico-politiche (“eccoci arrivati a una di quelle bufere che fanno felici i professori e rendono infelici i popoli”).
📚Banine, I miei giorni nel Caucaso, Biblioteca Neri Pozza
Francesca Berardi